Stendhal

La vita e le opere

Stendhal, pseudonimo di Henri Beyle (1783-1842), è figura di non semplice collocazione all'interno del movimento romantico per i forti presupposti della sua cultura illuminista. Oggi è ritenuto uno degli scrittori di spicco dell'Ottocento letterario europeo.

Una carriera brillante

Nato a Parigi, ebbe l'infanzia segnata dall'amore intenso per la madre, che perse a sette anni, e dalla freddezza per il padre. Educato dalla zia Séraphie, bigotta e severa, a lui insopportabile, si trasferì poi nella casa del nonno Henri Gagnon, medico di idee liberali, lettore dei philosophes e ammiratore di Voltaire. Adolescente solitario per le presunzioni aristocratiche della sua famiglia, insofferente, malinconico, credette di scoprire nella chiarezza della matematica un antidoto all'ipocrisia che lo circondava. Nel 1799 ebbe il primo premio di matematica all'École Centrale e si recò a Parigi per concorrere all'École Polytechnique. Nel 1800 raggiunse l'armata napoleonica in Italia. Dapprima affascinato dalla vita militare, se ne stancò presto e rientrò a Parigi nel 1802. A Novara, l'ascolto del Matrimonio segreto del compositore D. Cimarosa fu un'esperienza fondamentale, che lo condusse a interrogarsi sul senso della creazione artistica. Nel 1806 riprese servizio nell'esercito e percorse in pochi anni una brillante carriera nell'amministrazione imperiale, seguendo le campagne napoleoniche in Europa. Funzionario abile ed energico, attivo organizzatore, elegante uomo di mondo, era al vertice del successo quando nel 1814 la caduta di Napoleone interruppe la sua ascesa.

L'esperienza italiana e la produzione saggistica

Isolato, quasi povero, cominciò a scrivere, creandosi fama di uomo eccentrico e cinico. Nel 1814, in congedo a "mezza paga", si trasferì a Milano, la sua città prediletta, dove poté coltivare la passione per la musica, il teatro, la pittura. Conobbe alcuni esponenti romantici e liberali del "Conciliatore", pubblicò un libro su Haydn, Mozart e Metastasio, seguito da una storia della pittura in Italia (1817), e da Rome, Naples et Florence (1817), il primo scritto firmato come Stendhal. Visse intense e non sempre corrisposte storie d'amore (Angela Pietragua e Matilde Viscontini Dembowski); nel 1821, sospettato di carbonarismo, fu costretto dalla polizia austriaca a lasciare Milano. Rientrò a Parigi e continuò a condurre vita mondana nonostante le scarse finanze. L'amore infelice per Matilde fu all'origine del trattato De l'amour (Considerazioni sull'amore, 1822). Seguirono il saggio Racine et Shakespeare (1823-25), in cui si schierò a favore del teatro shakespeariano, libero, naturale e appassionato; quindi La vie de Rossini (La vita di Rossini, 1823) e Promenades dans Rome (Passeggiate a Roma, 1829).

La maturità

Nel 1827 scrisse il primo romanzo, Armance; due anni dopo pubblicò il racconto Vanina Vanini (1829), quindi uno dei capolavori, il romanzo Le rouge et le noir (Il rosso e il nero, 1830). Dopo la rivoluzione di luglio fu nominato console a Civitavecchia, dove si sentì in esilio ma poté godere di molto tempo libero. Nel 1832 scrisse i Souvenirs d'égotisme (Ricordi d'egotismo, 1892 postumo); nel 1834 iniziò il romanzo Lucien Leuwen, che interruppe l'anno successivo e che uscì postumo (1894). Ritornò all'autobiografia con la Vie d'Henri Brulard (Vita di Henri Brulard 1890, postumo) in cui, diversamente da Rousseau, egli non tenta di giustificarsi, ma di conoscersi, abbandonandosi al caso, affidandosi alla prima stesura, immediata, non corretta. Nel 1836 pubblicò racconti tratti da cronache italiane del Rinascimento: Vittoria Accoramboni (1837); Les Cenci (1837); La duchesse de Palliano (La duchessa di Palliano, 1838); L'abbesse de Castro (La badessa di Castro, 1839). Pubblicò le Mémoires d'un touriste (Memorie di un turista, 1838). Nel 1838 cominciò a scrivere l'altro capolavoro, La chartreuse de Parme (La certosa di Parma, 1840). Nel 1841 fu colpito da un attacco di apoplessia; tornato a Parigi non sopravvisse a un secondo attacco. Postumi furono pubblicati i frammenti del romanzo Lamiel (1889) e il Journal 1801-1823 (Diario 1801-1823, 1888).