Stendhal
La tecnica narrativa
L'immagine dello specchio, varie volte proposta da Stendhal per definire il romanzo, traduce l'ambiguità del suo realismo. Lo specchio presuppone l'esistenza di una realtà esterna da riflettere, e non tutta perché può solo coglierne dei frammenti, non consentendo mai di vedere le facce opposte dello stesso oggetto. L'immagine dello specchio finisce per rovesciarsi, facendo pensare non tanto alla narrazione obiettiva, quanto al ruolo dell'autore che orienta la visione, "tiene" lo specchio e determina il campo visivo. Stendhal inaugura in modo sistematico la tecnica delle "restrizioni di campo", che consiste nel ridurre il campo narrativo alle percezioni e ai pensieri di un personaggio. I personaggi non sono descritti, ma si rivelano nel corso dell'azione. Il mondo è visto attraverso sguardi diversi e mutevoli. Ne risulta una rappresentazione che volutamente rinuncia ai grandi panorami, alle visioni d'insieme, alle sintesi ordinate. Basti pensare alle giustamente celebri pagine dedicate alla battaglia di Waterloo nella Certosa di Parma: con una tecnica di straordinaria modernità, che comprensibilmente sconcertò i contemporanei, Stendhal non descrive affatto la battaglia, ma soltanto i particolari che capitano sotto gli occhi del giovanissimo, ingenuo e disorientato protagonista.