L'apogeo dei Lumi: l'"Encyclopédie"
- Introduzione
- L' "Encyclopédie", monumento alla ragione umana
- Gli enciclopedisti
- Riepilogando
L' "Encyclopédie", monumento alla ragione umana
L'Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des sciences, des arts et métiers (Enciclopedia o dizionario ragionato delle scienze, delle arti e mestieri), realizzata tra il 1751 e il 1780, è la prima grande enciclopedia dei nostri tempi. Straordinaria testimonianza di un'epoca, monumento innalzato all'intelligenza dell'uomo, l'Encyclopédie esprime l'aspirazione illuminista a una sistemazione organica delle conoscenze che rifletta la globalità dell'universo. I successi delle scienze, la convinzione di vivere in un'epoca di grande progresso filosofico contribuirono a delineare la trasformazione dell'ideale enciclopedico: non esposizione esaustiva e unitaria delle conoscenze, ma strumento capace di individuare le connessioni tra i vari campi del sapere e di indicare un percorso per il futuro. L'impresa nacque dal progetto del libraio editore parigino Le Breton di tradurre dall'inglese la Cyclopaedia di Chambers, che era stata pubblicata a Londra nel 1727. Il lavoro venne affidato a Diderot, il quale trasformò il modesto progetto iniziale in un'opera di proporzioni amplissime, che si può a buon diritto definire universale. Il primo tomo uscì nel luglio 1751, introdotto dal celebre Discours préliminaire (Discorso preliminare) di d'Alembert. Nonostante gli attacchi di gesuiti e giansenisti (i primi due tomi furono proibiti nel 1752), la pubblicazione andò avanti grazie alla protezione di Madame de Pompadour e di Malesherbes (direttore dell'ufficio di censura), all'enorme successo di pubblico (si contarono più di 4000 sottoscrittori) e all'energia di Diderot, rimasto solo alla guida dell'opera dopo le polemiche con Rousseau e il ritiro di d'Alembert (1758). Tra il 1751 e il 1775 vennero pubblicati diciassette volumi e undici volumi di tavole (1762-72). Successivamente (1775-80) uscirono altri quattro volumi di supplemento e quattro di tavole. L'Encyclopédie rappresenta la sintesi del pensiero illuminista, in quanto esprime la fiducia nella ragione, nel sapere e nelle scienze, considerati strumenti di progresso, strada maestra per trionfare sull'errore, sull'oscurantismo e sui pregiudizi. Il frequente ricorso al dialogo, i rinvii che introducono a riflessioni diverse su un dato argomento ne evidenziano l'intento pedagogico, affrancato da ogni dogmatismo, ma teso a un ideale di libertà intellettuale. L'ampio spazio attribuito a scienze, tecnica e storia è novità rilevante: aprendo al sapere scientifico, ma affermando la dipendenza dell'uomo dalla storia, l'Encyclopédie costituiva, come scrisse lo stesso d'Alembert, un ponte lanciato tra il passato e l'avvenire.