Il teatro dell'assurdo
In sintesi
Redazione De Agostini
Eugène Ionesco | Eugène Ionesco (1912-1994) dalla Romania si trasferisce stabilmente a Parigi nel 1938. |
Opere | La cantatrice calva (1950), La lezione (1951), Le sedie (1952), Il rinoceronte (1959), Il re muore (1962), La sete e la fame (1966). |
Temi e procedimenti | I personaggi pronunciano dialoghi incoerenti e banali, in cui si accumulano i luoghi comuni. Il parossismo del non senso rivela l'inquietante assenza della realtà, il nulla, ed evidenzia l'angoscia metafisica che sottende la comicità. Prende forma un tragico che si esprime attraverso uno humour aspro e amaro, espressione e protesta dell'uomo. |
Samuel Beckett | Samuel Beckett (1906-1989), irlandese, dopo il 1937 vive a Parigi. Premio Nobel (1969). |
Opere narrative | Murphy (1938), Molloy (1951), Malone muore (1952). |
Opere teatrali | Aspettando Godot (1953), Finale di partita (1957), Giorni felici (1961). Immobile e replicativo, ossessivo nella sua staticità, il teatro di Beckett dà corpo al sentimento dell'assurdo. |
Jean Genet | Jean Genet (1910-1986), abbandonato alla nascita, vive una vita di emarginato nei bassifondi di Marsiglia. |
Opere | Querelle de Brest (1944), Sorveglianza speciale (1949), I negri (1959). Genet aspira a un teatro rituale, cerimonia della trasgressione e della morte; in un'atmosfera visionaria, i personaggi percorrono un itinerario di profanazione e autodistruzione. |