Gli attori della scena mondiale
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Le multinazionali
L'altro grande attore della scena economica mondiale contemporanea è costituito dalle società multinazionali o transnazionali (transnational corporations). Si tratta di imprese, o di gruppi d'imprese, di grandi dimensioni, che operano direttamente o attraverso consociate in più paesi, in genere di diversi continenti, e che, in virtù del loro peso economico-finanziario, sono spesso in grado di condizionare le scelte politico economiche di Stati e organismi internazionali.
- La multilocalizzazione
L'organizzazione tipo più semplice di una multinazionale contempla un centro direttivo o società madre, solitamente collocata in un paese industrializzato, dove si concentrano le risorse finanziarie, le competenze tecniche, le decisioni strategiche, ma anche i profitti, e una serie di filiali estere e/o partecipazioni ad altre società.Già a questo livello d'integrazione, presente nelle multinazionali di prima generazione tra la fine '800 e metà '900 (Siemens, Nestlé, Kodak, Texaco), compaiono alcuni fattori di successo propri di questo genere d'impresa: struttura piramidale, forte capacità di penetrazione nei mercati d'approvvigionamento e di sbocco, specializzazione e localizzazione funzionale dei processi produttivi, riduzione dei costi di produzione tramite l'utilizzo dei differenziali salariali territoriali e così via.
- Le imprese globali
Tra gli anni '60 e '80 del '900 il sistema delle multinazionali guadagna in flessibilità e dinamismo grazie alla rivoluzione delle telecomunicazioni e a un sempre più spinto decentramento produttivo e organizzativo, fino a culminare nell'ultimo decennio del secolo, per effetto della liberalizzazione dei mercati internazionali, in particolare di quello dei capitali, nell'avvento delle cosiddette imprese globali o a rete. In queste società di nuova generazione diventano prevalenti le funzioni finanziarie, esplicate tramite un'agile politica d'investimenti, alleanze, fusioni, acquisizioni e accordi di cooperazione incrociati con altre società e imprese in ambiti strategici (dalla ricerca all'innovazione scientifica e tecnologica, allo scambio d'informazioni, alla spartizione dei mercati), ciò che consente ai gruppi guida delle società madri di ramificarsi rapidamente su scala planetaria, differenziando sempre di più i propri interessi in settori d'attività anche molto diversi tra loro e di accrescere, insieme con le sinergie economiche, la propria influenza complessiva.
- Le dimensioni del fenomeno
Una riprova delle dimensioni e della portata raggiunta dal fenomeno si ha leggendo le ultime statistiche disponibili. Nel 1998 le multinazionali censite erano circa 60 mila , con oltre 500 mila filiali all'estero e un volume d'affari pari al 40% del PNL mondiale.Nello stesso periodo le 100 maggiori imprese multinazionali possedevano un esercito di quasi 12 milioni di dipendenti, la metà dei quali nelle filiali estere: molto più della popolazione di uno Stato delle dimensioni della Grecia e della Danimarca.Nel 1999 le 50 maggiori imprese multinazionali avevano un fatturato superiore al prodotto interno di molti Stati (tab. 1.1.5), tanto che l'americana General Motors potrebbe essere classificata tra i primi 25 Stati più ricchi del mondo. La stessa FIAT, quarantesima società nella graduatoria di questo gruppo guida, ha un fatturato superiore non solo a uno tra i più floridi paesi petroliferi, la federazione degli Emirati Arabi Uniti, ma anche di uno Stato europeo a reddito medio alto come l'Ungheria. Alla fine degli anni '90 la quasi totalità delle società capofila delle 200 maggiori imprese globali si concentrava in tre sole aree: Unione Europea (76), Stati Uniti (74) e Giappone (41). Le restanti 9 società si distribuivano in paesi emergenti dell'Asia Orientale (Corea del Sud e Cina, ciascuna con 3 società) e dell'America Latina (Venezuela, Brasile e Messico, con 1 multinazionale a testa).
- Le sogo sosha giapponesi
Un caso estremo di ipergigantismo, insieme economico e politico, è rappresentato dalle multinazionali giapponesi, le sogo sosha: in particolare, dalla Mitsubishi. Il sistema delle grandi imprese giapponesi si basa su un ristretto gruppo di società madri a carattere familiare, le keiratsu, i cui interessi finanziari sono fortemente intrecciati. Le sei maggiori keiratsu, tra le quali la Mitsubishi, controllano di fatto mediante le loro società satellite un quarto dell'economia giapponese. Quando tali imprese operano sul mercato internazionale, non solo lo fanno con l'appoggio diretto dello Stato tramite il Ministero dell'Industria e del Commercio Estero (MITI), dove sono presenti con ampi poteri consultivi, ma si avvalgono di un consorzio più articolato e anche più centralizzato di società create allo scopo, le sogo sosha, appunto. Accade così che la Mitsubishi, principale capofila delle multinazionali giapponesi, compaia ufficialmente nella graduatoria della maggiori imprese globali al settimo posto, con un fatturato sensibimente inferiore ad altre imprese americane e giapponesi, mentre il fatturato aggregato della società madre e delle sue consociate la porrebbe in primissima posizione con un volume di oltre i 200 milioni di dollari, pari al prodotto lordo complessivo del Messico e di tutti i paesi dell'America Centrale, o, se si preferisce, dei Paesi Bassi e della Nuova Zelanda messi insieme.
(dati e stime 1999)
numero d'ordine | stati o multinazionali | pnl/fatturato (milioni $ USA) |
1 | USA | 18.350.067 |
2 | Giappone | 4.047.121 |
3 | Germania | 2.079.384 |
4 | Francia | 1.427.443 |
5 | Regno Unito | 1.338.250 |
6 | Italia | 1.136.262 |
7 | Cina | 974.665 |
8 | Brasile | 734.100 |
9 | Canada | 591.269 |
10 | Spagna | 551.740 |
11 | India | 448.882 |
12 | Messico | 428.670 |
13 | Corea del Sud | 397.740 |
14 | Paesi Bassi | 384.305 |
15 | Australia | 380.830 |
16 | Russia | 332.582 |
17 | Taiwan | 277.506 |
18 | Svizzera | 273.052 |
19 | Argentina | 270.340 |
20 | Belgio | 250.566 |
21 | Svezia | 221.779 |
22 | Mitsubishi Holding (Giappone) | 218.985 |
23 | Austria | 209.993 |
24 | General Motors (USA) | 189.058 |
25 | Turchia | 186.551 |
26 | Danimarca | 170.304 |
27 | Wal-Mart Stores (USA) | 166.809 |
28 | Exxon Mobil (USA) | 163.881 |
29 | Ford Motor (USA) | 162.558 |
30 | Daimler Chrysler (Germania) | 159.986 |
31 | Polonia | 154.242 |
32 | Norvegia | 146.448 |
33 | Arabia Saudita | 139.451 |
34 | Sudafrica | 133.055 |
35 | Grecia | 124.009 |
36 | Finlandia | 122.871 |
37 | Thailandia | 120.914 |
38 | Indonesia | 120.073 |
39 | Mitsui (Giappone) | 118.555 |
40 | Mitsubishi Societ� (Giappone) | 117.776 |
41 | Toyota (Giappone) | 115.671 |
42 | General Electric (USA) | 111.630 |
43 | Iran | 110.840 |
44 | Itochu (Giappone) | 109.069 |
45 | Israele | 106.323 |
46 | Portogallo | 105.894 |
47 | Royal Dutch/Shell (Paesi Bassi) | 105.366 |
48 | Sumitomo (Giappone) | 95.701 |
49 | Singapore | 95.443 |
50 | Nippon T&T (Giappone) | 93.591 |
51 | Colombia | 93.463 |
52 | Marubeni (Giappone) | 91.807 |
53 | AXA (Francia) | 87.645 |
54 | IBM (USA) | 87.548 |
55 | Egitto | 87.402 |
56 | Venezuela | 87.005 |
57 | BP Amoco (Regno Unito) | 83.566 |
58 | Citygroup (USA) | 82.005 |
59 | Volkswagen (Germania) | 80.072 |
60 | Nippon Life Insurance (Giappone) | 78.515 |
89 | FIAT (Italia) | 51.331 |
90 | Emirati Arabi Uniti | 50.304 |