La concezione della natura nel '500
Nel corso del '500 emergono nuove esigenze di interpretare la realtà naturale, a lungo sottovalutata dal pensiero medievale. La natura viene interpretata come il principio di vita e di movimento di tutte le cose esistenti; essa stessa viene concepita un tutto vivente, organicamente e necessariamente ordinato. Nella filosofia rinascimentale si delineano varie prospettive naturalistiche che hanno in comune un'aperta polemica con l'aristotelismo e la sua immagine della natura gerarchicamente ordinata sulla base di leggi fisiche immutabili; il fatto di affidare ai sensi e all'esperienza diretta il compito di indagare e comprendere la natura nella sua intima struttura vivente e senziente. La natura è studiata con l'ausilio di pratiche magiche, alchemiche e astrologiche nell'intento di scoprire e di dominare l'intima connessione fra i fenomeni, permettendo all'uomo, centro dell'universo, di raggiungere un pieno potere sulla realtà.