La rivoluzione copernicana
La rivoluzione copernicana, elaborata dall'astronomo polacco Niccolò Copernico (Torun 1473 - Frombork 1543) nel Le rivoluzioni dei mondi celesti, nasce come revisione della teoria astronomica tolemaica, fondata sulla centralità e immobilità della Terra nell'universo e sulla circolarità dei moti dei pianeti, a favore della teoria eliocentrica, che pone il Sole come unico punto di riferimento dei moti dei pianeti. Le basi dell'ipotesi di Copernico sono strettamente astronomiche: il desiderio di stabilire rapporti determinati tra le varie sfere del sistema planetario (ampiamente sconnessi nella teoria di Tolomeo) e quello di eliminare alcuni artificiosi metodi di calcolo. Tuttavia la sua riforma astronomica, ponendo la Terra in movimento, apre enormi problemi di ordine fisico, cosmologico e filosofico e avvia una riforma di gran parte della cultura. La Terra perde la sua centralità, non solo astronomica ma anche metafisica, proiettando l'uomo in un universo non più chiuso e limitato, ma infinito, privo di centro e di periferia, omogeneo e soggetto alle stesse leggi fisico-matematiche. Costringe così a ripensare non solo l'immagine della natura, ma anche le questioni dell'origine e del destino dell'uomo e del suo rapporto con la divinità, com'era delineato dalla lettura tradizionale del testo biblico.