La nascita della scienza moderna
La nascita della scienza moderna è un fenomeno complesso, che affonda le proprie radici nel Rinascimento, di cui eredita la fiducia nelle capacità conoscitive dell'uomo, l'abbandono di principi trascendenti per spiegare la realtà naturale, la rivalutazione dei sensi e dell'esperienza diretta, la pretesa di un sapere che non sia solo contemplativo, ma pratico e operativo, il rifiuto del principio di autorità come criterio di verità. Tuttavia se nel '500 il concetto di scienza è ancora legato a una visione del mondo di tipo qualitativo, in cui la natura è vista come un essere vivente, ordinata con suoi propri fini come un organismo, nel '600 si afferma una concezione della scienza come un sapere oggettivamente verificabile e pubblicamente controllabile. La scienza moderna respinge dal proprio ambito conoscitivo qualunque problematica di tipo metafisico, relativa alle essenze o all'intima struttura delle cose, per analizzare solo le cause dei fenomeni, alla ricerca di leggi, elaborate sulla base di ipotesi vagliate da esperimenti, espresse in termini matematici. In particolare, questa matematizzazione della natura porta a una riforma del metodo d'indagine e all'adozione di modelli meccanici nella spiegazione della realtà naturale, concepita come un'insieme di corpi in movimento, che porterà all'affermazione del meccanicismo.