Voltaire

Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, (Parigi 1694-1778), è l'emblema dell'illuminismo francese. Nelle Lettere filosofiche (1733) si scaglia contro il fanatismo e l'intolleranza religiosa in Francia, identificata con il cristianesimo e con la Chiesa. Nel Candido o l'ottimismo (1759) critica la filosofia ottimistica, in particolare di Leibniz, che per voler giustificare tutto impedisce di capire qualsiasi cosa: non bisogna cercare la giustificazione universale del mondo, ma accettare il mondo così com'è, col bene e col male che lo abitano, cercando di migliorarlo almeno per quella parte che è alla nostra portata. Questa visione di Voltaire si basa su una concezione deistica: Dio esiste, ma non prende parte alle vicende storiche dell'uomo, e la sua esistenza non è un dato di fede, ma di ragione. Inoltre il bene e il male dell'uomo non sono comandi divini, ma attributi storici che esprimono ciò che è utile o dannoso per la società.

Voltaire si dedica anche al progetto di una storiografia illuminata dallo spirito critico della filosofia. Oggetto della ricerca storica è l'evolversi dello spirito umano colto attraverso i fatti bruti, le vicende belliche e, soprattutto, i dati di costume e di cultura. Dalla storia emerge allora il progresso dell'umanità, cioè il progressivo rischiararsi della ragione attraverso i suoi continui tentativi di affrancarsi dai pregiudizi e dalla superstizione.