Marsilio da Padova
Principale pensatore politico dell'epoca (1275-circa 1343), è rettore all'università di Parigi (1312-13). Lavora con Giovanni di Jandun alla redazione del trattato politico Defensor pacis (1324). Colpito dalla censura, si unisce a Guglielmo di Ockham e ad altri francescani in dissidio con la linea papale. Ritenendo che la pace, fine e ragione di esistenza dello Stato, in quel momento storico sia minacciata dalle pretese teocratiche del papa, sostiene che la pace e la partecipazione nello Stato si identificano, così come nell'organismo vivente la salute e l'armonia delle operazioni. In quanto membri di una città terrena anche i sacerdoti devono essere subordinati allo Stato, di cui la comunità dei fedeli è parte integrante. Detentore primo e assoluto del potere di istituire i governanti e di approvare le leggi è il popolo, che normalmente delega la gestione della cosa politica a rappresentanti che garantiscano la vita ordinata e pacifica. La Chiesa è soggetta allo Stato per le regole della convivenza civile, ma è sottomessa solo a Dio in quanto maestra di morale.