La dottrina cristiana e i Padri della Chiesa
L'elaborazione teorica della dottrina cristiana è molto complessa per una duplice serie di problemi:
1. la determinazione esatta del canone dei testi sacri: inizialmente il contenuto della predicazione di Cristo è affidato alle dirette testimonianze degli apostoli; quando questa predicazione viene raccolta in testi scritti, si presenta il problema di vagliarli e di stabilire i testi ispirati, espungendo gli scritti apocrifi, cioè quei testi a cui non è attribuita autorità di rivelazione divina;
2. l'edificazione di una visione unitaria e coerente della fede cristiana per definire e approfondire i contenuti della verità di fede, così da poterli comunicare al mondo greco-romano, la cui cultura è profondamente diversa da quella ebraica, e difenderli dagli attacchi di studiosi e filosofi pagani e dalle eresie.
Un gruppo di scrittori cristiani dei primi secoli, in seguito denominati i Padri della Chiesa, concentra i propri sforzi in quest'opera di chiarificazione e definizione del contenuto dottrinale del cristianesimo, in particolare sulla natura umana e divina di Gesù Cristo. Già a partire dalla fine del sec. II i cristiani sentono il bisogno di distinguere dalla propria generazione i maestri autorevoli di un'età precedente, reputata qualitativamente superiore. Ai Padri viene riconosciuta un'autorità dottrinale e normativa a un livello appena inferiore a quello della stessa Bibbia. Nel corso dei secoli la citazione dei Padri si consolida come prova teologica assai probante.