Jacques Lacan
Lo psicoanalista francese Jacques Lacan (Parigi 1901-1981), accostatosi allo strutturalismo linguistico di de Saussure e antropologico di Lévi-Strauss, rompe con l'ortodossia freudiana e inaugura un nuovo modello psicoanalitico, con una forte valorizzazione dell'inconscio, a cui attribuisce una natura essenzialmente linguistica ("l'inconscio è strutturato come un linguaggio"), che può essere analizzata in termini strutturali. In particolare, Lacan sottolinea il rapporto arbitrario fra significante e significato: il significante è un segno qualsiasi, privo di contenuto proprio, che prende valore solo nella relazione con altri significanti, nel contesto della catena strutturata dei significanti (che è l'ordine simbolico). Il senso si dà in siffatta catena e non nella corrispondenza puntuale significante/significato. Le immagini, i contenuti mentali sono rilevanti in quanto sono ripresi nella trama propria dell'ordine simbolico. Pertanto l'ingresso dell'uomo nella società e nella cultura è sempre alienante, perché i significanti culturali sono sempre arbitrariamente in rapporto con i loro originari significati biologici e pulsionali. Con questi concetti Lacan rilegge anzitutto i meccanismi con cui l'inconscio, deformando le rappresentazioni, produce i sogni, i sintomi, i lapsus: in particolare la condensazione (processo per cui una singola rappresentazione può riassumere più immagini e catene associative) è equiparata alla figura retorica della metafora e lo spostamento alla metonimia.