Le fughe di capitali
Se un mercato finanziario appare improvvisamente più rischioso agli investitori esteri (per esempio, a causa di un aggravamento della instabilità politica), molti investitori stranieri venderanno le loro attività nel paese in questione allo scopo di rimpatriare i capitali o trasferirli su un'altra piazza. Ciò dà luogo a una fuga di capitali che a sua volta genera una crisi finanziaria. Il meccanismo può essere sintetizzato come segue. La vendita di attività detenute da investitori esteri provoca un aumento della domanda interna di capitali che fa salire il tasso di interesse, ma ciò compensa solo parzialmente l'aumento dell'investimento estero del paese. Intanto, a causa della continua offerta di moneta nazionale, questa si deprezza accelerando la fuga degli investitori stranieri.
•L'Unione Europea e i vantaggi del mercato unico
Alcuni paesi europei si sono accordati per realizzare tra di loro forme privilegiate di integrazione economica e politica. Il primo passo fu la costituzione nel 1952 della Comunità europea del carbone e dell'acciaio da parte di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. L'organizzazione, che coordinava le economie dei paesi membri nel settore dell'industria pesante, mirava a rimuovere una delle cause di rivalità tra Germania e Francia che erano state all'origine di due guerre mondiali. Nel 1957 gli stessi sei paesi fondarono la Comunità Economica Europea con l'obiettivo di creare un mercato comune per tutte le merci: a questo fine sono stati abbattuti i dazi doganali interni ed è stato creato un dazio verso il resto del mondo (1969). Nel tempo ai paesi fondatori si sono aggiunti Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia, Svezia, che oggi costituiscono l'Unione Europea. A partire dall'Atto Unico Europeo (1986) si è perseguito il mercato unico, attraverso l'abbattimento delle barriere non tariffarie, la libera circolazione dei lavoratori e dei capitali. Nel 1991 (trattato di Maastricht), sono cominciati gli sforzi per la creazione dell'Unione Monetaria Europea, culminati con l'introduzione dell'euro (entrato in circolazione con il 1° gennaio 2002, ma in uso in ambito finanziario dal 1999).
I vantaggi dell'unione monetaria consistono nella riduzione dei costi di transazione legati al passaggio da una valuta all'altra all'interno della UE e quindi in una sempre maggiore integrazione. Questa, a sua volta, favorirà le imprese, che potranno accedere a un maggior numero di clienti, e i consumatori, che potranno scegliere tra un maggior numero di prodotti.