I tre macrosettori di attività
Un elemento "fisico" di distinzione tra le imprese è dato dal settore di attività nel quale esse operano. La varietà dei beni e dei servizi prodotti in un sistema economico moderno è vastissima. Tuttavia, solitamente, l'attività di un sistema economico è ripartita in tre grandi settori.
il settore primario, che comprende l'agricoltura, le foreste, la zootecnia e la pesca; il settore secondario, che identifica le attività dell'industria manifatturiera, l'industria estrattiva (in molte classificazioni, tuttavia, il settore estrattivo, in quanto riguarda la terra, è incluso nel settore primario), la produzione di energia e le costruzioni; il settore terziario, relativo all'insieme dei servizi, il cui numero è in continua espansione: commercio, trasporti, turismo, libere professioni, pubblica amministrazione, attività creditizie e intermediazione finanziaria.
Recentemente si è reso necessario estendere il numero dei settori per distinguere un terziario avanzato, o quaternario, che si riferisce a tutte quelle attività in rapida espansione che riguardano le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (dalle telecomunicazioni all'informatica, alla multimedialità). Al settore dei servizi, e in particolare dei servizi personali, appartiene il grosso delle organizzazioni non profit).
Tra i servizi non destinati alla vendita si considerano poi gran parte delle prestazioni della pubblica amministrazione.
Il settore primario
Appartengono al settore primario le aziende agricole e di allevamento, le aziende di pesca ecc. Il settore primario è stato in passato per secoli il più tradizionale, il più legato alla ciclicità delle stagioni, alla soggezione ai capricci del clima, e quindi il meno aperto alle innovazioni. Questa immagine, però, da parecchio tempo non è più vera. Già negli anni Trenta del Novecento negli Stati Uniti, e poi dagli anni Cinquanta in Europa, il progresso tecnologico ha fatto aumentare la produttività agricola più velocemente di quella dell'industria, che nell'Ottocento e nella prima metà del Novecento era considerata la portatrice del progresso. Questo risultato è stato ottenuto mediante l'impiego massiccio di macchine agricole, pesticidi, varietà selezionate di sementi ecc. Verso la fine del Novecento il progresso dell'ingegneria genetica ha trasformato le imprese agricole in laboratori di biotecnologie (o, per converso, in aziende che rifiutano di ricorrere alle modificazioni genetiche e abbracciano nuovi metodi naturali, "biologici", di coltivazione).
Il settore secondario
L'industria si può definire l'insieme delle attività produttive, organizzate in imprese, finalizzate alla produzione di beni e servizi. Il cuore del settore secondario è costituito dall'industria manifatturiera, il grande comparto che produce beni di consumo durevole come le auto, gli elettrodomestici ecc. Che hanno alimentato i mercati del consumo di massa soprattutto dopo la seconda guerra mondiale. Questo sottosettore, che puntava su prodotti fortemente standardizzati a prezzi sempre più bassi, è stato protagonista degli ultimi cinquant'anni di sviluppo economico. Oggi, i mercati di massa appaiono saturi e le imprese d'avanguardia nel settore manifatturiero rovesciano la logica che ha presieduto al processo di industrializzazione e puntano sulla personalizzazione del prodotto, sull'atto di consumo come esperienza unica e così via. Il prodotto industriale, in questa nuova fase, ha sempre più il carattere di (o anche di) un servizio. Questo processo, che assimila prodotto e servizio, viene detto convergenza.
Il settore terziario
Il settore dei servizi, detto anche, semplicemente, terziario, si può definire come l'insieme delle attività economiche che producono non beni materiali ma prestazioni a carattere prevalentemente personale rivolte alle famiglie e alle imprese. In quanto raccoglie tutte le attività non comprese nel settore primario né in quello secondario, viene chiamato anche terziario.
Poiché implicano prestazioni personali, i servizi devono essere consumati sul luogo di produzione e non possono essere trasferiti. Questa caratteristica personale consente di includere nel settore attività molto eterogenee, tradizionali e innovative, semplici e complesse, dall'impresa di pulizie all'intermediazione finanziaria.
I conti nazionali classificano i servizi in due grandi categorie: i servizi destinabili alla vendita e quelli non destinabili alla vendita. La prima categoria si ripartisce a sua volta in: a) commercio, alberghi, pubblici esercizi; b) trasporti interni, marittimi e aerei; c) comunicazioni; d) credito e assicurazioni; e) servizi alle imprese e altri. La seconda categoria in: a) amministrazioni pubbliche; b) servizi domestici e delle istituzioni sociali private.