La comunicazione animale
Gli animali possiedono la capacità di comunicare tra loro, per cui un animale produce stimoli che modificano il comportamento di un altro animale. La comunicazione animale assolve molteplici funzioni in vari contesti: permette agli individui (partner o genitori e figli) di riconoscersi; permette a una comunità di riconoscere i propri componenti e stabilire delle gerarchie, consente i riti di corteggiamento ai fini della riproduzione, interviene nella difesa dai predatori e nella predazione.
A seconda degli organi sensoriali attraverso cui vengono recepiti gli stimoli, la comunicazione viene distinta in chimica, visiva, uditiva e tattile.
La comunicazione chimica è il tipo di comunicazione animale più primitivo e quello più difficile da osservare, essendo basato sull'emissione di sostanze chimiche spesso in piccolissima concentrazione. Particolarmente importante nel comportamento sessuale e territoriale di molte specie è l'uso di sostanze chimiche complesse, i ferormoni.
I ferormoni sono composti di natura organica che vengono immessi nell'ambiente in piccole quantità da apposite ghiandole; essendo molto volatili, i ferormoni hanno un elevato rendimento: possono aggirare gli ostacoli, raggiungere grandi distanze (fino a diversi chilometri) e permanere a lungo. Vengono impiegati, tra l'altro, per attirare il compagno, segnalare una pista, delimitare dei confini e riconoscere i membri del proprio gruppo.
La comunicazione visiva avviene attraverso movimenti del corpo, particolari posizioni e colorazioni e, nelle specie più evolute, attraverso complesse espressioni facciali. Alcune forme di comunicazione visiva possono essere fissate geneticamente e altre apprese; spesso comprendono comportamenti che originariamente avevano altre funzioni: è il caso, per esempio, di quelle specie di anatre i cui maschi utilizzano, nei rituali di corteggiamento, un particolare movimento della testa in origine usato per la pulizia delle penne.
La comunicazione uditiva avviene attraverso suoni emessi nei modi più diversi: dall'uso della siringe (una parte specializzata della trachea) e del becco degli uccelli, a quello dei sonagli cornei nei serpenti a sonagli. Negli insetti i suoni vengono emessi attraverso la vibrazione delle ali, lo sfregamento di organi stridulanti, l'uso di antenne e zampe. I mammiferi emettono suoni mediante le corde vocali (membrane situate nella laringe), ma comunicano anche con rumori ottenuti con altre parti del corpo (colpi di coda negli scoiattoli, cavità boccali in alcune scimmie).
La comunicazione uditiva si è evoluta nei cetacei e nei pipistrelli in complessi sistemi di ecolocalizzazione, un sistema di orientamento che funziona come il sonar dei sottomarini e si basa sul fatto che i suoni emessi quando incontrano un ostacolo si riflettono e tornano in forma di eco: interpretando le informazioni contenute negli echi, i pipistrelli e i cetacei sono in grado di individuare ostacoli o prede.
La comunicazione tattile è molto importante in diverse specie di mammiferi, in particolare nel comportamento di coppia e nei rapporti tra madre e prole, in cui il contatto fisico è alla base di interazioni complesse e fondamentali.