L'evoluzione dell'uomo
L'insieme degli eventi attraverso cui si è compiuta l'evoluzione della specie umana viene detto ominazione.
Le prime tappe dell'ominazione si svolsero in Africa. Tradizionalmente si fa iniziare l'ominazione 70 milioni di anni fa, quando dai mammiferi si svilupparono i primati, l'ordine al quale appartiene l'uomo. I primati originari erano animali notturni, arboricoli, con mani e piedi prensili, muso piatto; gli occhi erano grandi e frontali e consentivano una visione stereoscopica (percezione della profondità). Progressivamente alcuni primati divennero diurni, acquisirono la capacità di vedere i colori e per spostarsi da un ramo all'altro adottarono la brachiazione. Questo metodo di locomozione, che consiste nel tenersi sospeso con le braccia, comportò delle modifiche a livello della colonna vertebrale e del bacino, che consentirono la successiva evoluzione della stazione eretta, tipica dell'uomo.
A circa 20 milioni di anni fa risale un gruppo di primati, le Driopitecine, con caratteri umanoidi, ma vita ancora arboricola. Dalle Driopitecine derivarono le Ramapitecine, vissute da 14 a 8 milioni di anni fa. La loro comparsa avvenne quando un lungo periodo freddo determinò il ritiro della foresta tropicale e lo sviluppo di savane, un tipo di vegetazione che male si accorda con la vita arboricola. In effetti, la dentatura delle Ramapitecine rivela un parziale adattamento alla vita al suolo.
La comparsa degli ominidi
Si definiscono ominidi i progenitori dell'uomo con stazione eretta e locomozione bipede (v. tab. 10.2). I primi ominidi appartengono al genere Australopithecus e i loro resti fossili sono stati trovati in Tanzania e in Etiopia. Essendo bipede, Australopithecus non aveva necessità di impiegare l'arto superiore per la locomozione; questo poté allora perfezionarsi nella manipolazione e nella presa di oggetti. Gli Australopithecus comparvero attorno a 4,4 milioni di anni fa con la specie A. ramidus, della quale conserviamo solo alcuni denti. Di un'altra specie, A. afarensis, è stato scoperto nel 1974 lo scheletro quasi completo di una femmina, che è stata battezzata dagli scopritori Lucy.
Circa 2 milioni di anni fa, da qualche popolazione di un'altra specie, A. africanus, ebbe origine Homo abilis, capace di produrre rudimentali utensili in pietra scheggiata.
Da H. abilis derivò Homo erectus (1,8 milioni di anni fa), più progredito nella fabbricazione degli utensili. H. erectus si spostò dalle originarie terre africane in Eurasia; imparò a utilizzare il fuoco per scaldarsi e forse per cuocere, a cacciare grandi animali, a stabilirsi in accampamenti. Sviluppò il linguaggio, che favorì l'organizzazione degli uomini in tribù.
L'uomo attuale
Circa 200.000 anni fa H. erectus venne gradualmente sostituito da Homo sapiens.
In Europa si trovava Homo sapiens neanderthalensis , o uomo di Neanderthal, con il quale aumentò il sentimento sociale: le tribù, meglio strutturate, avevano tradizioni proprie, curavano gli anziani e seppellivano i morti; svolgevano forse pratiche rituali.
Circa 90.000 anni fa, comparve l'uomo moderno, Homo sapiens sapiens, che un poco alla volta assimilò le popolazioni dell'uomo di Neanderthal. H. sapiens sapiens era in grado di lavorare ossa e corna da cui otteneva, tra l'altro, aghi e arpioni per la pesca. Sviluppò un senso artistico, testimoniato da numerosi ritrovamenti di pitture rupestri, statuette di animali e figure femminili. Addomesticò gli animali e sviluppò l'agricoltura.
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