L'architettura italiana del Trecento
Nel corso del Trecento continuarono a Firenze i lavori dei cantieri di Santa Maria del Fiore (fu costruito, su progetto di Giotto, il campanile) e di Santa Croce; il mercato del grano di Orsanmichele venne trasformato nel 1380 in chiesa. A Siena e Orvieto vennero completate le rispettive cattedrali.
Dopo la conquista angioina (1266), Napoli divenne il più importante centro artistico dell'Italia meridionale. Maestranze francesi vi importarono le forme gotiche della Francia meridionale, diffuse ben presto anche da architetti locali (S. Lorenzo Maggiore, iniziata nel 1267, con nave unica e abside con cappelle radiali; il duomo, dedicato a S. Gennaro, 1294-99, a tre navate con cappelle laterali; S. Chiara, 1310-24, con atrio e aula unica; S. Maria Donnaregina, 1314-20, ad aula unica con abside poligonale; S. Pietro a Maiella, 1313-16).
Anche nella Milano viscontea si compì l'assimilazione delle forme gotiche, che trovarono ampia espressione nel duomo (fatto erigere da Gian Galeazzo Visconti nel 1386). Importanti nel secolo XIV furono la ricostruzione e il completamento delle chiese di S. Eustorgio (dove il pisano Giovanni di Balduccio costruì l'arca di S. Pietro Martire, 1336-39, esempio per feconde esperienze della scultura milanese del sec. XIV), di S. Simpliciano e di S. Marco, la costruzione dei campanili di S. Antonio e di S. Gottardo. Nel 1316 Matteo Visconti fece costruire la loggia degli Osii (1316-30), con statue dei Maestri Campionesi.