L'arte paleocristiana

Nei suoi primi secoli il cristianesimo si espanse rapidamente, benché la vita delle comunità cristiane si svolgesse in gran parte nella clandestinità, per sfuggire alle persecuzioni. L'arte non manifestò una precisa fisionomia "cristiana" sino all'editto di Costantino nel 313, data che segnò la conversione dell'imperatore, e soprattutto con l'editto di Teodosio (380), che proclamò il cristianesimo religione dell'Impero. Fiorirono allora l'architettura e la pittura cristiane, mentre la scultura è rappresentata soprattutto da una rilevante produzione di sarcofagi e da rare sculture a tutto tondo, tra cui la nota statua del Buon Pastore (Roma, Museo Lateranense).

Prima di passare alla trattazione delle varie discipline artistiche, è indispensabile parlare dell’uso cristiano del simbolo. Se i romani esprimevano il loro concetto di forza e supremazia con forme solide e grosse dimensioni, l’arte cristiana ha un problema laddove si trova a dover rappresentare la trascendenza del divino, deve cioè rendere visibile l’invisibile e conosciuto ciò che all’uomo non è possibile vedere se non tramite l’atto di fede. Già i greci avevano dovuto affrontare questa situazione ed erano giunti a raffigurare le divinità con forme umane idealizzate, ma la religione cristiana ha radici sia nel mondo ellenistico-romano, che in quello ebraico, dove la rappresentazione di Dio è vietata per non incappare nell’idolatria. La soluzione si ottiene dando agli oggetti significato simbolico, che oltre a conferire valore ideologico dà alle rappresentazioni un valore didattico (tra i primi espedienti simbolici troviamo la luce, da sempre simbolo del bene, e la bidimensionalità, che toglie corporeità agli oggetti e alle persone, che così saranno puro spirito). 

 

L'architettura: la basilica e il martyrium

Fino all'editto di Costantino furono usati come luoghi di culto le case private o anche le domus ecclesiae, piccole costruzioni la cui tipologia si rifaceva forse alla casa romana con atrio. Nello stesso periodo, per via dell’esigenza cristiana di sotterrare i morti, invece di cremarli come facevano abitualmente i romani, nascono i cimiteri sotterranei, le catacombe, nel tempo caddero in disuso e se ne persero le tracce, tranne di quelle ubicate sotto le basiliche (San Sebastiano sulla via Appia).

A partire dal sec. IV d.C. compare l'edificio tipico della religione cristiana, ripreso dall'architettura civile romana: la basilica, sorta per soddisfare nuove esigenze liturgiche di accogliere in un ambiente adeguato i fedeli durante la celebrazione dei riti. La primitiva forma di basilica a semplice sala rettangolare allungata, con struttura muraria continua e volta a concrezione, si arricchì in seguito di colonnati paralleli all'interno (3 o 5 navate) e di absidi nelle parti terminali. La presenza del transetto, a tre quarti della lunghezza dell'edificio, porta a una pianta a croce di chiaro significato simbolico. Tra le basiliche romane dei secc. IV e V si ricordano S. Maria Maggiore, S. Sabina, S. Giovanni in Laterano, S. Pietro, S. Lorenzo, a Roma; e inoltre S. Apollinare in Classe e S. Apollinare Nuovo a Ravenna, la basilica di Aquileia e quella di S. Tecla a Milano.

Accanto alle basiliche a sviluppo longitudinale vennero costruiti edifici a pianta centrale (S. Stefano a Roma e S. Lorenzo a Milano), adibiti a battistero, a mausoleo, a martyrium (per il culto dei martiri di cui si venerava il sepolcro), con struttura interna ripresa dallo schema di architetture imperiali, come il mausoleo di S. Costanza a Roma. Costantino e sua madre, sant'Elena, e i successori promossero numerose costruzioni anche a Costantinopoli come la primitiva S. Sofia, in Siria e in Palestina (chiesa della Natività a Betlemme).

 

Gli affreschi e i mosaici

Le più importanti testimonianze della pittura sono rintracciabili soprattutto negli affreschi delle catacombe romane: i più antichi esempi (catacombe di Domitilla, Callimaco, Pretestato, Priscilla, degli inizi del sec. III) mostrano una precisa derivazione dai moduli stilistici della pittura romana, nell'evidente tendenza alla schematizzazione delle forme, ma caratteri propri nella forte simbologia delle raffigurazioni (rappresentazione del pavone che simboleggia la Resurrezione nella catacomba di Priscilla). In seguito all'editto di Costantino, pur continuando l'uso di affrescare le catacombe, comparvero i primi cicli di decorazione a mosaico come a Roma nella volta dell'ambulacro di S. Costanza e in S. Prudenzione. Tra le testimonianze più significative del sec. IV si annoverano i mosaici pavimentali della basilica di Aquileia e i mosaici parietali (solo in parte conservati) della cappella di S. Aquilino in S. Lorenzo a Milano. Del sec. V sono i mosaici di S. Maria Maggiore a Roma; del sec. VI quelli dei SS. Cosma e Damiano.