L'arte longobarda
La popolazione longobarda, di origine germanica, occupò parte dell'Italia settentrionale sotto la guida di Alboino (568), ponendo a Pavia la propria capitale, e in seguito estese il dominio su altre regioni centrali e meridionali della penisola, fino all'avvento di Carlo Magno nel 774. I Longobardi erano cristiani aderenti all'eresia ariana, ma agli inizi del sec. VII si convertirono al cattolicesimo con la regina Teodolinda.
Le principali testimonianze dell'arte longobarda sono affidate a una ricca serie di oggetti in metallo, spesso prezioso, che i Longobardi portarono dalla Pannonia e continuarono a produrre durante la permanenza in Italia. Questi oggetti (soprattutto else di spada, fibule, croci) sono lavorati e decorati con intrecci lineari o con motivi zoomorfi (fibule e croci nel Museo di Cividale). Non mancano figurazioni stilizzate, come nella croce del duca Gisulfo (secc. VI-VII, Museo di Cividale) o nella lamina sbalzata dell'elenco di Agilulfo (sec. VII, Firenze, Museo del Bargello). Spesso questi oggetti di oreficeria sono arricchiti con pietre preziose o semplicemente colorate (croce di Agilulfo, VII secolo, Monza, tesoro del duomo).
Sono inoltre note alcune sculture in pietra appartenenti all'ultimo periodo della dominazione longobarda, tra le quali il sarcofago di Teodora a Pavia (720 ca) e i bassorilievi dell'ara del duca Ratchis (metà del sec. VIII, Cividale, Museo cristiano), raffiguranti scene del Nuovo Testamento.
In campo architettonico le piante di alcune chiese rivelano riferimenti classici e orientali, pur distinguendosi per l'inserimento di piante stellari e doppi ambulacri (per es. S. Sofia di Benevento, ca 762).