L'art nouveau
A partire dagli anni '80 dell'Ottocento si diffuse in Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Spagna e Italia un movimento che, sia in architettura sia nelle arti applicate, prese il nome di art nouveau.
Origine e caratteri
Lo stile nacque come reazione allo scadimento del gusto che i nuovi procedimenti industriali di produzione avevano provocato con la loro pedissequa imitazione di stili storici del passato. Inizialmente il rinnovamento fu puramente decorativo e si diffuse soprattutto nel campo delle arti applicate, ma presto interessò tutte le attività artistiche, dalla pittura all'architettura. La sua caratteristica essenziale era un linearismo ispirato a ornamenti vegetali e floreali, che trovò nei diversi paesi interpretazioni e accentuazioni diverse, e che lasciò tracce formali importanti per gli sviluppi successivi dell'arte.
In Europa e in America
A seconda delle caratteristiche più immediate con cui si manifestò, il movimento assunse differenti denominazioni a seconda del paese. Negli Stati Uniti conservò il nome di art nouveau, derivato dall'insegna della galleria di esposizioni aperta a Parigi da Bing (noto appassionato e divulgatore dell'arte e dell'artigianato giapponesi), che aveva avuto subito fortuna in Francia. In Inghilterra fu chiamato modern style; in Austria, Sezessionstil.
In Germania il nuovo stile prese il nome di Jugendstil dalla rivista "Jugend" fondata a Monaco nel 1896. Lo Jugendstil rappresentò il punto più acuto della tendenza "fitomorfica" dell'art nouveau europea, con la creazione di stilemi grafici che ebbero enorme diffusione ma furono contemporaneamente responsabili del rapido degenerare nel decorativismo. L'influsso dello Jugendstil nel campo delle arti applicate fu favorito anche dalla fondazione delle Vereinigten Werkstätte für Kunst im Handwerk (Laboratori riuniti per l'arte applicata) a Monaco e Dresda (1897-98), a cui collaborarono architetti e disegnatori e al cui interno la tendenza floreale venne superata a favore di una linea più secca e di interesse più spiccatamente strutturale.
Floreale e liberty in Italia
In Italia l'art nouveau si chiamò floreale, ma ancor più si diffuse il nome di liberty, suggerito dall'emporio aperto a Londra nel 1875 da Arthur Lasemby Liberty, il quale vendeva prodotti per arredamento improntati al nuovo gusto. La moda del liberty raggiunse il suo culmine con l'Esposizione Internazionale di Torino del 1902, dove fu caratterizzata dall'oggetto d'uso, dal mobile, dalla grafica e dalla decorazione, ma anche dall'architettura, che poi realizzò significativi esempi in abitazioni civili. I maggiori rappresentanti di questo stile architettonico furono Raimondo D'Aronco (1857-1932), Ernesto Basile (1857-1932) e Giuseppe Sommaruga (1867-1917). Grande rilievo nella cartellonistica ebbe il triestino Marcello Dudovich (1878-1962) e nella ceramica il fiorentino Galileo Chini (1873-1956).
Il modernismo in Spagna
L'art nouveau si affermò precocemente e con caratteri originali, sotto il nome di juventud (o art joven), in Spagna, sviluppandosi con grande densità in Catalogna, dove s'inquadrò nel modernismo. Il suo centro vitale fu Barcellona e il modo capillare in cui si diffuse (Gerona, Valencia, Maiorca e altri centri minori) venne favorito dalla volontà di creare un nuovo stile catalano autonomo. Gli inizi del movimento si possono collocare tra il 1880 e il 1885, con un gruppo di opere architettoniche tra cui spiccano la Casa Vicens di A. Gaudí e l'edificio della casa editrice Montaner y Simón di L. Doménech y Montaner (1850-1924), entrambe a Barcellona. L'affermazione ufficiale del nuovo stile avvenne però in coincidenza con l'Esposizione Universale di Barcellona del 1888, con il caffè-ristorante di Doménech (ora Museo di Zoologia) e il Palazzo Güell di Gaudí (ora Museo del Teatro).
Antoni Gaudí
Antoni Gaudí y Cornet (Reus 1852 - Barcellona 1926) fu il principale esponente del modernismo catalano. Su una solidissima base strutturale elaborò forme straordinarie e imprevedibili, lavorando con uguale perizia i più diversi materiali (mattone, pietra, ceramica, vetro, ferro), dai quali seppe trarre le massime possibilità espressive. Tra le sue realizzazioni, tutte a Barcellona, si ricordano Chiesa di S. Coloma de Cervello (1898-1915); Parco Güell (1900-14), esempio eccezionale di trasfigurazione fantastica dei materiali; Casa Battló (1904-07); Casa Milá, detta La Pedrera (1906-14), dalla volumetria deformata espressionisticamente, con interni di estrema libertà compositiva; l'incompiuto tempio della Sagrada Familia (1883-1926), cui Gaudí si dedicò fino alla morte.