Gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia
I cambiamenti climatici sono ormai una realtà, ma cosa succederà al nostro Paese? Quali saranno gli effetti sulla nostra vita e sul territorio?
Il clima del pianeta sta cambiando. Ogni nazione a suo modo cerca di fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici, tra inondazioni e temperature sempre più alte. Si tratta di variazioni inedite nella storia dell'uomo, provocate per lo più dalle attività umane che negli ultimi due secoli non hanno tenuto conto della fragilità dell'ecosistema terrestre. Inondazioni, siccità estrema, alte temperature e stagioni sempre più instabili spingono i climatologici a ipotizzare, fra le altre cose, un futuro tropicale per l'Italia. Andiamo a scoprire nel dettaglio quali saranno le conseguenze della crisi climatica sulla nostra penisola.
Gli effetti della crisi climatica in Italia
I climatologici concordano sul fatto che se l’aumento di temperatura fosse di 2°C, gli estremi di calore raggiungerebbero soglie critiche per lo svolgimento di alcune attività umane. Cambierebbe il tasso medio di umidità, la forza dei venti, la frequenza e intensità delle precipitazioni. In alcune regioni si potrebbero sperimentare piogge più intense e inondazioni; in altre fenomeni di siccità. Il livello del mare potrebbe crescere con conseguente erosione delle coste. I ghiacci subirebbero una forte riduzione. Andiamo ad approfondire nel dettaglio ognuno di questi scenari.
Di quanto aumenterà la temperatura
Secondo il rapporto del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), pubblicato nel 2020, l’area mediterranea sarà caratterizzata da un riscaldamento più elevato del 20% rispetto a quello medio globale. Tra il 1981 e il 2010 la temperatura media annuale in Italia è cresciuta di oltre 1,1°C. I modelli climatici studiati per l’Italia prevederebbero un aumento della temperatura fino a 2°C nel periodo 2021-2050. Negli scenari più sfavorevoli l'aumento della temperatura è molto più elevato.
Effetti su pioggia e neve
Le precipitazioni potrebbero diminuire drasticamente, aumentando però la loro intensità. Scemeranno anche le precipitazioni su Alpi e Appennini, in Calabria e nell’area centro-orientale della Sicilia. Aumenteranno nell’area padana e lungo la costa adriatica e tirrena.
Ci sarà anche meno neve: si prevede una riduzione dei giorni di copertura nevosa su tutto l'arco alpino. L’Ocse prevede, con una variazione di 1°C, che tutte le stazioni sciistiche del Friuli Venezia Giulia si troverebbero al di sotto della “linea di affidabilità neve”. Con questa espressione si intende l’altitudine oltre la quale il manto nevoso è sufficiente a garantire una “sciabilità” stagionale. Inoltre, si prevede che in Lombardia, Trentino e Piemonte le stazioni utili sarebbero rispettivamente solo il 33%, 32% e il 26% del totale.
Meno neve in montagna però non significa solo un brutto colpo per il settore turistico legato allo sci: le scarse riserve nevose possono infatti far temere una grave crisi idrica anche nei luoghi in cui l'acqua non è mai mancata, come le montagne.
Gli effetti sui mari e la tropicalizzazione delle acque
Il mar Mediterraneo, al contrario, potrebbe innalzarsi. Le previsioni riferiscono un potenziale innalzamento di 7 centimetri del livello dell'acqua, sia per il bacino adriatico che per quello ionico. Per il Mediterraneo occidentale si teme addirittura che l'innalzamento possa arrivare addirittura 9 centimetri. Tempeste e maree molto forti potrebbero arrivare danneggiare l'intero Delta del Po e inondare Venezia, sommegendola. Sul fronte tirrenico si teme per le aree del livornese e del grossetano, a rischio inondazioni.
Bisogna poi nominare la tropicalizzazione del clima, fenomeno legato sempre al nostro mare e in particolare all'aumento della temperatura del mar Mediterrano, bacino che si sta scaldando molto pià velocemente degli altri mari del mondo. Questo non equivale solo a dire che fa (e farà) più caldo, ma anche che le piogge sono (e saranno) più intense e i periodi siccitosi più lunghi. Inoltre, stiamo sperimentando sempre più spesso cicloni simili a quelli visti in Paesi come Cuba o, in generale nella regione dei Caraibi o del Sud-Est asiatico, i cosidetti Medicane. Avamposto del fenomeno: la Sicilia.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sull'economia
Lo scenario che va delineandosi non è dei migliori, anche perché gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia avranno pesanti ripercussioni sull'economia.
Il primo settore a soffrirne sarebbe il turismo, con un calo degli arrivi internazionali pari al 15%. Poi ci sarebbero i conseguenti aumenti dei costi legati all'energia elettrica a causa degli impianti di refrigerazione necessari per sopravvivere nelle zone più calde. Inoltre, persino il sistema sanitario sarebbe sotto stress: l'aumento delle patologie legate al caldo estremo porterebbe gli ospedali al collasso.
Ma l'effetto più importante sarebbe visibile sulla sperequazione sociale: chi è ricco, lo diventerà ancora di più. Chi è povero, sarà sempre più povero. Secondo due studi realizzati rispettivamente dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (alla base di gran parte dei dati descritti in questo articolo), già solo l’incremento della temperatura fino a 2°C provocherà un crollo del 3,7% del PIL su base nazionale nei prossimi trent’anni.
Questo deficit non sarà assorbito in modo equilibrato tra le regioni, che subiranno decelerazioni differenti, con un conseguente aumento della disuguaglianza economica tra Nord e Sud non solo d'Italia, ma anche d'Europa.
Cosa fare per invertire la rotta
Limitare gli effetti nocivi delle attività umane sul clima del pianeta è fondamentale. Invertire la rotta è possibile. Ci sono accordi internazionali che hanno messo il problema delle emissioni di CO2 sul tavolo, chiedendo le nazioni a impegnarsi per una decarbonizzazione entro il 2050. Anche i fondi di investimento scommettono su imprese rinnovabili. Ma ognuno deve fare la sua parte, dal più grande al più piccolo degli abitanti di questo pianeta.
Stefania Leo
Foto di apertura: Foto di Cristina Gottardi su Unsplash