Le microplastiche sono ovunque, ed è un problema
Il problema sta assumendo dimensioni preoccupanti, anche se non si sa ancora quale sia il reale effetto delle microplastiche sulla salute dell'uomo
La plastica è ovunque. Indispensabile in tanti settori, è al centro di un'ondata di inquinamento visibile in molti ambiti e in varie dimensioni. Si calcola che ogni anno finiscono in mare circa otto milioni di tonnellate di plastica e che, di queste, solo una piccola percentuale sia visibile. Per questo si è diffuso con sempre maggiore insistenza il termine microplastiche, frammenti microscopici che ormai hanno contaminato l'intero pianeta. Dal mare alla terra, passando per nuvole e corpo umano, questi residui non biodegradabili sono ovunque. Indaghiamo un po' più a fondo per scoprire prima di tutto cosa sono le microplastiche, capendo poi quali possono essere i loro effetti sulla salute.
Cosa sono le microplastiche
Le microplastiche sono pezzi di plastica non biodegradabile con dimensione fra i 330 micrometri e i 5 millimetri. Questo grande gruppo si divide in microplastiche primarie e quelle secondarie. Le prime rappresentano fino al 31% dei frammenti presenti in mare. Le seconde sono il risultato del processo di decomposizione e degrado degli imballaggi e di tutti gli altri prodotti in plastica che vengono riversati nei mari. In sintesi, si tratta di scaglie che, ad esempio, si staccano da flaconi di detersivo o da altri contenitori come le onnipresenti buste di plastica. Basti pensare che anche il processo di abrasione delle gomme delle automobili che circolano in tutto il mondo produce microplastiche, che finiscono ovunque, sopra e sottoterra, fino ad arrivare sulle nostre tavole.
Dove si trovano
Se esiste un materiale presente letteralmente ovunque, le microplastiche sono certamente ai primi posti. Sono state trovate nelle nuvole, nella placente umana, nel sangue umano e, com'è facile immaginare, nel pesce che portiamo in tavola. Insomma, non c'è ecosistema che non sia interessato dal fenomeno.
Stando ai dati dell’ultimo report del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), nel Mar Mediterraneo si concentra il 7% delle microplastiche presenti nel mondo, facendo guadagnare al bacino idrico il titolo di uno dei mari più inquinato al mondo. Ma il Mare Nostrum non è certamente il solo: secondo le ricerche del Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS), ogni anno gli oceani accolgono fino a 12,7 milioni di tonnellate di plastica. Quello che arriva a deturpare le coste europee non quindi è che una minima parte di tutte le plastiche che si trovano all'interno degli oceani.
Quanto alle cause della presenza della plastica in mare, i resposabili sono diversi. Oltre a un'inefficace gestione dei rifiuti e a un modello di consumo fondato sull'usa e getta, il problema della plastica è intimamente legato alla pesca intensiva, alla navigazione in mare e all'allevamento ittico. Uno dei materiali più presenti negli oceani sono infatti le reti da pesca, le nasse e le cassette di polistirolo usate per il trasporto del pesce: questi materiali si sgretolano a causa dell'azione delle onde diventando "mangime" per pesci inconsapevoli.
La gestione del problema non è semplice, ma la tutela dei mari e della salubrità dell'intero ecosistema marino è l'obiettivo 14 dell'Agenda 2030 dell'Onu: se non si agisce in fretta, infatti, il rischio p che entro il 2050 ci sia più plastica che pesce da pescare in tutti i mari del mondo.
Microplastiche, dagli oceani (e non solo) al piatto
Diversi studi e analisi hanno evidenziato che il 35% del pescato destinato all'alimentazione umana è "farcito" di microplastiche. Questi rifiuti possono contaminare l'organismo, mettendo a rischio la salute. Ma i punti d'incontro tra plastica e corpo umano sono tanti. Ad esempio, sono state trovate microplastiche nell'acqua del rubinetto. I cosmetici e il dentifricio ne contengono già nella loro formulazione. Alcuni tipi di microplastiche si trovano negli imballaggi che proteggono il cibo e possono migrare da lì verso l'organismo. Sono presenti anche nell'aria delle città particolarmente inquinate.
Uno studio dell’Università di Medicina di New York ha rilevato la presenza di microplastiche anche nel sangue umano. Sono state evidenziate fino a venti particelle di plastica per millilitro di liquido esaminato. Questa evidenza fa riflettere sui possibili problemi che le microplastiche possono provocare al sistema immunitario, endocrino e più in generale alla salute umana sul lungo periodo.
Benché si stia lavorando all'osservazione puntuale e dimostrata delle conseguenze provocate dal contatto tra l'uomo e le microplastiche, alcune ricerche suggeriscono già potenziali effetti infiammatori sull'organismo. Sul lungo periodo potrebbero portare anche a sviluppare patologie cardiovascolari e persino alcune forme di tumore, influenzando il funzionamento della tiroide e provocando disfunzioni.
Come proteggersi dalle microplastiche
In attesa di trovare un rimedio per eliminare le microplastiche dal corpo, per limitare l'esposizione umana a questi rifiuti è possibile adottare rimedi di buon senso ed essere parte della soluzione al problema.
Prima di tutto, meglio eliminare dalla propria economia domestica la plastica monouso, preferendo oggetti che è possibile utilizzare a lungo. Quando si fa la spesa è possibile optare per i prodotti sfusi e non conservati nella plastica, e anche dal punto di vista della cura del corpo oggi esistono tante opzioni senza packaging o solide, perfette per sostituire gli imballaggi.Stessa cosa vale anche per l'abbigliamento: è preferibile orientarsi verso l'acquisto di capi fatti con fibre naturali.
Per eliminare le microplastiche dall'acqua che si porta in tavola o che si usa per cucinare, è consigliabile utilizzare filtri che rimuovano queste sostanze dal flusso idrico. Infine, è bene ripararsi dall'inquinamento atmosferico presente nelle aree densamente abitate e trafficate.
Stefania Leo
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