La luce blu fa male? Gli effetti e come proteggersi
Pressoché impossibile da evitare - perché presente in tutti i device che usiamo quotidianamente - dalla luce blu ci si può difendere: ecco come.
Ogni giorno gli esseri umani sono esposti a una media di circa sette ore di luce blu. Non si tratta di un fenomeno percepibile perché molti dei lavori contemporanei "incollano" le persone a smartphone, computer, televisori. E sono proprio i device elettronici ad essere fonte di questo famigerato spettro cromatico. Ma cos'è di preciso la luce blu e quali sono gli effetti che ha su corpo e mente? Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'argomento.
Cos'è la luce blu e cosa c'entrano i device elettronici
Prima di capire quali sono gli effetti della luce blu, scopriamo la sua definizione: è una parte dello spettro della luce visibile che ha lunghezze d'onda comprese tra circa 380 e 500 nanometri. L'energia che la caratterizza è relativamente alta rispetto ad altre luci visibili, come quella rossa, che ha lunghezze d'onda maggiori e quindi meno energia.
A differenza della luce ultravioletta (UV), non percepita dall'occhio umano, la luce blu è visibile. È per lo più emessa dagli schermi utilizzati quotidianamente dall'uomo: smartphone, tablet, computer, televisori. Questi dispositivi emettono infatti una porzione di luce blu, siano essi dotati di tecnologia LCD o LED.
Gli effetti negativi della luce blu
Gli effetti che la luce blu proveniente da computer e smartphone sono principalmente tre:
- Provoca un affaticamento visivo, noto anche come sindrome da visione artificiale. I sintomi principali sono: occhi stanchi, irritati o secchi, ma anche difficoltà a mettere a fuoco e mal di testa ricorrenti.
- Disturbi del sonno. A causa dell'abitudine diffusa di usare lo smartphone come ultimo dispositivo della giornata, magari per leggere notizie o un libro in formato digitale, molte persone sperimentano un riposo di qualità inferiore. Ciò è dovuto al fatto che la luce blu influenza la produzione di melatonina, l'ormone regolatore del sonno. Guardare uno schermo - sia esso dello smartphone ma anche quello della tv - prima di andare a dormire ritarda il rilascio di melatonina, rendendo più difficile l'addormentamento. Inoltre, i disturbi del sonno sono visibili anche nell'alterazione dei ritmi circadiani.
- Danni retinici. L'esposizione alla luce blu può provocare seri danni alla retina sul lungo periodo, soprattutto a causa di una sovraesposizione incontrollata.
Come proteggere gli occhi dalla luce blu?
La ricerca sugli effetti della luce blu sull'occhio umano sta progredendo molto velocemente e con lei anche i rimedi pensati per proteggere occhi, corpo e mente da questo spettro cromatico. Vediamone alcuni:
- Utilizzare la "modalità lettura" o "notte" nei device elettronici. Molti dispositivi oggi includono fra le proprie opzioni a schermo la modalità di visione notturna o un filtro per la luce blu. La scelta favorisce la riduzione di queste emissioni luminose. Lo schermo apparirà più giallo del solito, e meno brillante.
- Ridurre l'uso dei device dopo cena. Il rimedio più ovvio agli effetti negativi prodotti dalla luce blu è la limitazione dell'uso degli schermi alla sera. In questo modo è possibile mantenere inalterati i ritmi sonno-veglia naturali.
- Non guardare la TV o lo schermo del cellulare al buio.Viene spesso sottovalutato il valore della presenza di altre fonti luminose che emettono meno luce blu, da usare mentre si guarda la tv o lo smartphone. La presenza di lampadine a luce calda può attenuare gli effetti della luce blu di computer, TV o tablet.
- Occhiali e lenti protettive. L'arma di contrasto principale degli effetti negativi della luce blu sono gli occhiali e le lenti anti-luce blu. Infatti, questi dispositivi sono progettati per filtrare queste emissioni a beneficio di chi, per lavoro o studio, non può fare a meno di trascorrere lunghe ore davanti allo schermo.
Resistenza agli antibiotici: cosa fare
Cosa possiamo fare per contrastare la resistenza agli antibiotici? E' innanzitutto importante non perdere di vista la prevenzione medica, ma anche contrastare il problema con un approccio multiplo.
Prima di tutto, bisogna fare un uso razionale degli antibiotici. Il che significa utilizzarli solo quando strettamente necessario, osservando l'assunzione della sostanza per l'intero ciclo di trattamento prescritto. Allo stesso modo, sembra quesi scontato dirlo, è necessario utilizzare gli antibiotici giusti per la giusta patologia: sarebbe quindi bene utilizzare solo quando necessario i cosiddetti antibiotici a largo spettro, che agiscono quindi su un'ampia gamma di bacilli. Sono infatti la categoria dei medicinali verso i quali i batteri sviluppano con più frequenza fenomeni di resistenza.
In secondo luogo, prevenire è meglio che curare. Quindi, soprattutto negli ospedali è importante adottare misure igieniche rigorose in modo da prevenire la diffusione delle infezioni.
Ma l'arma più potente a disposizione per scongiurare l'apocalisse degli antibiotici è quella dell'educazione. Solo attraverso una corretta informazione sul fenomeno, da rivolgere al pubblico e ai professionisti sanitari sull'uso proprio degli antibiotici, può condurre a una consapevolezza del fenomeno e, quindi, a una lotta consapevole.
Stefania Leo
Immagine di apertura: Freepik