I bias cognitivi che condizionano la mente: cosa sono e come evitarli
Ogni giorno vengono utilizzati inconsciamente per risparmiare tempo quando prendiamo decisioni o ci formiamo un'opinione, anche complessa. Ma i bias cognitivi sono scorciatoie di pensiero che, la maggior parte delle volte, ci conducono all'errore
Semplificare un ragionamento per velocizzare la decisione da prendere è un meccanismo psicologico molto comune che l’uomo mette in atto dalla notte dei tempi, principalmente per salvarsi la vita. Semplificando, ai tempi dell’uomo primitivo scegliere di stare in una grotta invece di sostare all’aperto era questione di vita o di morte. Radicalizzare questa scelta come la più sicura sempre, però, sarebbe stato un blocco all’evoluzione della specie. Oggi le cose sono un po' cambiate e non c'è in ballo la sola sopravvivenza, eppure facciamo ancora affidamento a ragionamenti "rapidi" che appaiono come vere e proprie scorciatoie di pensiero. Si tratta dei bias cognitivi.
Cosa sono i bias cognitivi
Il termine bias è di origine inglese e deriva a sua volta dal francese provenzale biasis. A livello etimologico, il significato di questa parola è: obliquo, inclinato. A sua volta questa parola trae origine dal latino e, prima ancora dal greco epikársios, che significa appunto obliquo. Il termine era usato nel gioco delle bocce per indicare i tiri storti con conseguenze negative sul punteggio. Ma dalla seconda metà del 1500 la parola bias assunse un significato più trasversale, arrivando a essere tradotto con le parole inclinazione, predisposizione e pregiudizio.
Oggi, infatti, quando si parla del significato della parola bias, si vanno a indicare quei particolari automatismi mentali dai quali si generano credenze e da cui si traggono conclusioni più rapide. Il più delle volte, però si tratta di errori di giudizio che impattano su decisioni e comportamenti, ma anche sui processi di pensiero. Ma, cosa più importante, possono condurre a percezioni errate o deformate, a pregiudizi e ideologie, che generano decisioni e giudizi sbagliati.
Tutti i bias sono valutativi ed è attraverso i bias cognitivi che si cerca di dare una spiegazione di senso agli eventi, pur non avendo informazioni sufficienti. Insomma, i bias cognitivi entrano in gioco quando c'è bisogno di prendere decisioni rapide e facili. Questo, però, non significa che siano corrette.
I bias cognitivi più comuni
I bias cognitivi sono molti e molto diffusi. La loro genesi si basa su diversi fattori, quali l'esperienza individuale (ci facciamo influenzare dal nostro passato e valutiamo il futuro in base a quello che abbiamo vissuto), il contesto culturale nel quale si vive e il sistema di credenze sul quale questo è basato, il giudizio degli altri, e gli schemi mentali. Sulla base di questi fattori si possono generare diversi bias o vizi di pensiero. Ecco i principali.
Bias di conferma
Il più noto fra i bias cognitivi è il bias di conferma. L'essere umano, per natura, va d'accordo con persone che condividono le sue stesse opnioni e, per lo stesso motivo, solitamente evita indivudui o persone che la pensano diversamente per non sentirsi a disagio. Lo stesso succede anche all'interno della nostra mente: cerchiamo e prediligiamo le informazioni che avvalorano le nostre opinioni, ignorando (o al massimo sminuendo o intepretando in modo errato) quelle che le contraddicono. Non è detto, però, che questo short cut del nostro pensiero sia positivo: anzi, può portarci a false credenze, anche molto pericolose.
Bias di gruppo
Il bias di gruppo è molto simile al bias di conferma, ma si applica ai gruppi di individui. Questo pregiudizio cognitivo ci induce a dare più importanza, credito e valore al gruppo al quale si appartiene: accade quindi che un eventuale successo del gruppo viene intepretato come il risultato delle qualità dello stesso. Al contrario, i successi di un gruppo diverso o estraneo diverso vegono attribuiti non alle qualità e al valore dello stesso, ma semplicemente a fattori esterni o fortuiti.
Bias di ancoraggio
Viene definito bias di ancoraggio o trappola della relatività quel meccanismo di pensiero che porta a prendere una decisione confrontando solo un insieme limitato di elementi. Ci si ancora, sbagliando, su un valore usato arbitrariamente come termine di paragone per le valutazioni in atto benché le informazioni utilizzate non siano a volte coerenti con quello con cui ci stiamo confrontando.
Questo meccanismo è spesso utilizzato nel marketing. Facciamo un esempio concreto: un'azienda di coltellini svizzeri, dotati di moltissime funzionalità, non riesce a vendere il suo prodotto. Per questo decide di paragonare un normale ma costoso coltello da cucina al coltellino svizzero multifunzione, mostrando come quest'ultimo costi di meno nonostante racchiuda al suo interno molte più funzionalità. Con questo "ancoraggio" arbitrario le persone saranno più invogliate ad acquistare il coltellino svizzero, interpretato come un'occasione da non lasciarsi sfuggire. In realtà il coltellino svizzero e il coltello da cucina hanno usi e funzionalità completamente diversi, quindi un paragone arbitrario ha portato il consumatore a fare un acquisto... avventato!
Fallacia di Gabler
Un bias cognitivo frequente è la Fallacia di Gabler, un pregiudizio che ci porta a dare molta importanza al passato, portando i nostri giudizi a essere influenzati dagli eventi già vissuti. Questo errore cognitivo ci porta quindi a valutare positivamente una performance mediocre perché tale performance è stata eccellente in passato. Per questo la Fallacia di Gabler è una grossa insidia nel mondo scolastico: capita che gli studenti che prendono sempre bei voti siano premiati con un voto superiore anche quando le loro prestazioni sono in calo o non sono così positive!
Stefania Leo
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