Ipocondria: sintomi e cura della sindrome del malato immaginario
Molière ci scrisse un'intera pièce teatrale e Honoré Daumier ne dipinse un quadro. L'ipocondria esiste dacchè l'uomo ha avuto consapevolezza del proprio corpo e del suo funzionamento tanto che, in potenza, ognuno di noi corre il rischio di diventare un malato immaginario.
Vero e proprio disturbo psichico, l'ipocondria è costante ansia e immotivata paura del proprio stato di salute. E' ipocondriaco colui che ha la certezza di essere affetto da patologie più o meno gravi, sulle quali si documenta fino ad averne una conoscenza tecnica e accurata.
L'ipocondriaco passa gran parte del suo tempo consultando medici e specialisti, cercando fondamento concreto ai propri timori e all'interpretazione scorretta di normali sensazioni corporee.
Ecco perché l'ipocondria non è pericolosa in sé, ma lo diventa in relazione alle conseguenze che sviluppa sulla vita sociale del soggetto: l'ipocondriaco modifica le proprie abitudini mettendo al centro del vissuto il corpo e la sintomatologia ad esso connessa.
La reale vittima dell’ipocondria è la quotidianità: la routine viene sovvertita e anziché ruotare intorno ai reali bisogni, pone al centro una vasta sintomatologia di disturbi veri o presunti. Ne consegue che il soggetto ipocondriaco necessita di costanti rassicurazioni e totale comprensione da parte di famigliari e amici: essi diventano valvole di sfogo per preoccupazioni infondate e problemi fisici che, non trovando soluzione, diventando gli argomenti di conversazione prediletti.
Ma a cosa è dovuta l'ipocondria? Essendo essa una malattia psicosomatica, gli esperti sono spesso concordi nell'affermare che, oltre ad una predisposizione a stati ansiosi, un soggetto sviluppa l'ipocondria a seguito di eventi traumatici quali la morte di un parente o un caro amico. Da non sottovalutare, comunque, è un’irrisolta componente narcisistica e il bisogno di mantenersi al centro dell'attenzione per sentirsi amati e accettati dal prossimo.
Tuttavia, guarire dall'ipocondria è possibile. Per lasciarsi alle spalle il sopracitato disturbo è di fondamentale importanza una presa di coscienza: il soggetto colpito deve prima di tutto rendersi conto di soffrire di un disturbo psichico e solo dopo potrà focalizzare l'attenzione non solo sul proprio corpo ma sui reali bisogni della psiche, da troppo tempo accantonati.
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