Bufale sulla salute: smontiamole una ad una

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Siamo circondati da falsi miti e informazioni scorrette riguardanti la salute, che spesso diventano parte della cultura popolare. Prima di credere a tutto ciò che si sente, è fondamentale verificare le fonti e consultare esperti o studi scientifici affidabili. Ecco 10 delle bufale più diffuse sull’alimentazione.

Quando si parla di salute, circolano spesso informazioni fuorvianti o completamente errate che possono indurre a comportamenti inutili se non addirittura dannosi. Si tratta di “fake news” - per usare un’espressione tanto in voga oggi – che coinvolgono qualunque aspetto della nostra vita e che spaziano dall’alimentazione all’attività fisica, dal benessere  agli stili di vita, dai farmaci, integratori e cosmetici ai vaccini, dalle malattie infettive e i tumore alle dipendenze quali fumo, alcol, droga, dai rimedi “fai da te” alla salute mentale o alla sessualità. 

Basti pensare che per contrastare la mole di informazioni sbagliate ed inaffidabili circolanti, veicolate soprattutto dalla rete, è stato creato un portale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISSalute.it), che ha lo scopo di fornire ai cittadini informazioni chiare e basate sulle sole evidenze scientifiche disponibili, grazie ad una sezione costantemente aggiornata, dedicata proprio ai falsi miti e alle bufale che girano sul web: ad oggi sono più di 300 le fake news segnalate di cui viene spiegata l’infondatezza, ma l’elenco è in continuo aggiornamento. In questo articolo, affrontiamo alcune delle bufale più diffuse legate all’alimentazione, spiegando perché sono sbagliate e cosa dice la scienza.

Le carote migliorano la vista

Le carote sono ricche di beta-carotene, un precursore della vitamina A, fondamentale per la salute degli occhi, ma mangiare carote non migliora la vista. L'idea che le carote migliorino la vista, specie quella notturna, è nata durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i britannici diffusero questa diceria per nascondere l’uso del radar, perché non volevano che si sapesse come facevano i piloti britannici a colpire gli aerei tedeschi al buio. Inoltre durante la guerra i beni alimentari erano scarsi per cui si cercava di incentivare il consumo di carote, che erano presenti in grande quantità, affermando che erano fondamentali per i soldati, specialmente di notte, per avvistare i nemici. 

Gli spinaci sono la fonte migliore di ferro

Gli spinaci contengono ferro, ma in misura minore rispetto ad altre tipologie di alimenti. Il mito nasce da un errore tipografico vecchio di 100 anni: nei primi studi, il contenuto di ferro degli spinaci fu distrattamente moltiplicato per dieci, per cui i 3 milligrammi per 100 grammi di prodotto fresco, diventarono 30 milligrammi. Non sono quindi una fonte inesauribile di ferro come da bambini ci voleva far credere Braccio di Ferro, lanciato negli anni ‘30 da una ditta americana produttrice di spinaci, che su questo errore fece leva per aumentare i profitti.

L’ananas brucia i grassi

L’ananas è un frutto ricco d'acqua (basti pensare che la sola polpa ne contiene più dell’80%) e per di più con pochissime calorie (solo 57 per 100 grammi). Inoltre possiede molteplici proprietà nutrizionali: è particolarmente ricco di calcio, potassio, fosforo, vitamine A e C e polifenoli. Il falso mito deriva dal fatto che il gambo dell’ananas contenga una sostanza, chiamata bromelina, in grado di rompere le molecole proteiche degli alimenti rendendole più digeribili, ma che non incide in nessun modo sui grassi. Certamente l’ananas può aiutare la digestione ed è un ottimo drenante essendo ricco di acqua, ed è quindi molto consigliata per una dieta ipocalorica, ma non fa dimagrire.

Mangiare i carboidrati a cena fa ingrassare

Pane, pasta e riso sono alimenti ricchi di carboidrati, nutrimenti che il nostro corpo utilizza in via preferenziale per ottenere energia. Per un’alimentazione equilibrata, è molto importante assumerli nelle giuste quantità e questo non cambia in base al momento in cui vengono consumati: quello a cui bisogna stare attenti sono le porzioni, che devono essere adeguate al proprio fisico, all'età e all'attività fisica svolta. Inoltre certamente sono da evitare i condimenti elaborati e ricchi di grassi, ma è assolutamente sbagliato escluderli dalla dieta o pensare che sia meglio non consumarli la sera. Non è importante quando si mangiano, dunque, ma in quali quantità e con quale condimento.

La cipolla assorbe i microbi

La cipolla ha tante qualità ma poggiarla sul comodino non previene il raffreddore. Il falso mito risalirebbe ai primi del ‘900 quando un medico avrebbe incontrato una famiglia di contadini sfuggita all'influenza per aver posizionato cipolle aperte nella propria dimora. Ovviamente una coincidenza: purtroppo non esistono alimenti che attraggono i microbi come fossero magneti. Certamente la cipolla presenta svariati benefici: contiene calcio, ferro, fosforo, di grande aiuto contro la stanchezza fisica e mentale; zinco, sodio e potassio che aiutano a mantenere i tessuti elastici. È stato inoltre dimostrato che è in grado di prevenire malattie cardiovascolari e controllare pressione arteriosa e colesterolo, ma non serve ad assorbire i microbi. Evitiamo dunque di lasciare fette di cipolla maleodoranti in giro per casa.

Lo zucchero di canna è migliore di quello bianco

Nessuno studio scientifico ha mai provato che lo zucchero di canna apporti maggiori benefici rispetto allo zucchero bianco (o sia meno dannoso). Entrambi i tipi di zucchero contengono, infatti, esattamente la stessa percentuale di saccarosio, per cui sono equivalenti. Anzi, a voler ben vedere, mentre lo zucchero bianco contiene solo saccarosio, quello bruno contiene anche qualche residuo di melassa, colpevole dell’aroma un po’ diverso. Altro discorso invece per lo zucchero “integrale” di canna, meno raffinato degli altri: questo contiene una minore percentuale di saccarosio, un minore valore calorico e una maggiore concentrazione di minerali e vitamine. Ma attenzione: è ridotto anche il potere dolcificante, per cui esiste il rischio fondato che per avere lo stesso livello di dolcezza se ne usi in quantità maggiore, vanificando quindi il potenziale vantaggio.

La frutta va mangiata lontano dai pasti

La frutta fa bene alla nostra salute sempre, in qualunque momento la si mangi. I motivi che alimentano la credenza che vada mangiata lontano dai pasti sono diversi: alcuni componenti della frutta possono rallentare, anche se di poco, il transito del cibo attraverso il tratto gastrointestinale, dar luogo a dei processi di fermentazione e creare un accumulo di gas nell'intestino, creando una sensazione di gonfiore, ma ciò accade quasi esclusivamente in coloro che hanno una particolare sensibilità intestinale.

Concludere il pasto con un frutto può, in realtà, portare diversi benefici: per esempio lo zucchero viene rilasciato più lentamente e l’acidità ed alcune vitamine della frutta possono facilitare l’assorbimento del ferro delle verdure. Inoltre molti studi scientifici dichiarano che consumare abitualmente almeno 5 porzioni di frutta e verdura è associato a un minore rischio per molte gravi malattie, a prescindere che si mangi subito dopo o lontano dai pasti.

I prodotti del contadino sono più sicuri e genuini degli altri

Per garantire che i prodotti commercializzati siano senza ombra di dubbio sicuri per la salute, vengono effettuati numerosi controlli lungo tutta la filiera alimentare. Additivi, coloranti e procedimenti industriali, infatti, sono normati da Regolamenti Europei e la Direzione Generale per l'Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute coordina numerosi controlli sia su vegetali, frutta ed ortaggi che su uova, formaggi e altri prodotti di origine animale. Questo sistema di controllo garantisce che gli esercizi regolarmente autorizzati (come supermercati, negozi alimentari e mercati specializzati e non), vendano prodotti con un elevato livello di qualità e di sicurezza per il consumatore.

Mangiare cibi senza glutine è più salutare

Una dieta sana e variegata è alla base di un buon stato di salute. Negli Stati Uniti si sta diffondendo la moda della dieta gluten-free, anche tra coloro che non soffrono di celiachia, ma mentre per un celiaco, una dieta priva di glutine è fondamentale, in assenza di una diagnosi medica, privarsi di cibi contenenti glutine non è consigliato. Innanzitutto perché rinunciare a cereali come frumento, orzo e farro vuol dire privarsi non solo delle principali fonti di carboidrati complessi, ma anche di minerali, vitamine, proteine e fibre di cui sono ricchi. Inoltre assumere prodotti gluten-free per chi non è celiaco potrebbe addirittura comportare un aumento di peso corporeo, dovuto proprio allo squilibrio della dieta.

Bere acqua minerale naturale è più sicuro che bere acqua del rubinetto

Sia nel caso delle acque minerali naturali in commercio che in quello dell'acqua potabile del rubinetto, vengono messi in atto controlli accurati che assicurano l’assenza di rischi per i consumatori: le caratteristiche chimiche dell’acqua (durezza, acidità, pH, presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono, talvolta, cambiare nel tempo, ma gli standard di sicurezza sono garantiti dai rigorosi controlli. Le acque minerali naturali, invece, rispondono a standard qualitativi che, oltre a garantire la sicurezza d’uso sotto il profilo sanitario, assicurano che la qualità e le caratteristiche delle acque imbottigliate siano le stesse delle acque all'origine, che provengono da fonti ufficialmente autorizzate.

Stesso discorso vale se ci si avvale di apparecchi di trattamento dell’acqua, che hanno la sola finalità di modificare le caratteristiche organolettiche delle acque, vale a dire rendere più gradevole il sapore e l’odore dell’acqua del rubinetto o renderla fresca e frizzante, per soddisfare i gusti dei consumatori, ma nulla aggiungono in termini di sicurezza all’acqua del rubinetto.

Paola Greco

Immagine di apertura: Freepik