29 maggio 1265: è davvero la data di nascita di Dante?
Proprio tra le pagine della Divina Commedia, l'opera sulla quale lavorò così profondamente tanto che divenne materia vissuta, si nascondono indizi velati, quasi impercettibili, che permettono di identificare la data di nascita del Sommo Poeta, Dante Alighieri.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita."
Il verso iniziale della Divina Commedia, quello posto in apertura alla prima Cantica che è anche prologo dell’intero poema, fornisce un contributo prezioso alla conoscenza della data di nascita del Sommo Poeta, Dante Alighieri.
È qui, infatti, che Dante presenta la situazione iniziale: ha trentacinque anni (“nel mezzo del cammin di nostra vita”) e si è smarrito in una foresta buia e impervia, allegoria del peccato. Poiché la Divina Commedia è ambientata nel 1300 (anno in cui papa Bonifacio VIII aveva indetto il primo Giubileo della Chiesa, emblema del movimento spirituale) e in quell’anno il poeta afferma di aver raggiunto la metà della vita dell’uomo (che corrisponde al trentacinquesimo anno di vita), si fa risalire la sua nascita al 1265.
La datazione è confermata anche da una serie di allusioni autobiografiche contenute nella Vita Nova (prima opera di attribuzione certa) e dalle parole di Giovanni Villani, storico fiorentino contemporaneo di Dante, che all’interno della sua Nova Cronica scrive:
«questo Dante morì in esilio del comune di Firenze in età di circa 56 anni »
Una prova che funge da ulteriore conferma a tale ipotesi. Dante, infatti, morì esule a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.
Quando è nato Dante?
Se le diverse ipotesi formulate nel corso del tempo, basate su dati più o meno diretti, convergono verso il 1265 per quanto riguarda l’anno di nascita del Sommo Poeta, lo stesso non accade per il giorno. Dallo studio sistematico delle fonti, che continua ad alimentare la ricerca ancora oggi, sono emerse diverse possibilità.
Un primo indizio proviene direttamente dalle parole di Dante:
O glorïose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco
tutto, qual che si sia, il mio ingegno,
con voi nasceva e s’ascondeva vosco
quelli ch’è padre d’ogne mortal vita,
quand’io senti’ di prima l’aere tosco;
e poi, quando mi fu grazia largita
d’entrar ne l’alta rota che vi gira,
la vostra regïon mi fu sortita.
Si tratta dei versi contenuti nel canto XXII del Paradiso (vv.112-120). Con questi, Dante, ci comunica che la sua nascita è avvenuta nel segno astrologico dei Gemelli al quale indirizza un inno, un ringraziamento per i doni ricevuti, ma anche una rinnovata dichiarazione della sua funzione di poeta e una nuova consacrazione delle sue capacità letterarie. La costellazione dei Gemelli (così come si credeva nel Medioevo) infatti, emanava un influsso che inclinava all’ingegno poetico e letterario. Che la sua nascita sia avvenuta sotto tale segno viene più volte ribadito all’interno della Divina Commedia, nelle parole di Brunetto al canto XV dell’Inferno (vv.55-57), ad esempio, ma anche nel Purgatorio attraverso l’adozione di una perifrasi in cui si intende che il poeta sia nato sotto quella costellazione che favorisce l’attitudine alla letteratura e alla scienza (canto XXX, vv.109-111).
Per determinare il giorno esatto, bisogna ricorrere alla cosmologia arcaica. Il poeta, all’interno della Divina Commedia si serve dell’astronomia per legare il suo viaggio simbolico e allegorico alla realtà. L’astronomia è un punto di riferimento, una bussola per orientarsi. Le sue conoscenze in materia derivavano dalla lettura e dallo studio di autori antichi e conseguentemente si basano sul sistema tolemaico, con la Terra immobile al centro dell’Universo, intorno al quale ruotano Sole e Luna e, mediante cicli ed epicicli, i cinque pianeti all’epoca conosciuti (Mercurio, Marte, Giove, Saturno e Venere).
I versi del Paradiso di cui si è parlato in precedenza, ci forniscono preziose informazioni sulla posizione effettiva dei pianeti, permettendo così di restringere il campo, di delineare un arco temporale più ristretto. Marsilio Ficino, nel terzo libro della Vita, precisa che i pianeti considerati benefici all’epoca, le tre Grazie, erano il Sole, Giove e Venere. Gli astrologi consideravano gli influssi del pianeta Giove di grande aiuto negli studi filosofico-religiosi e nella ricerca della verità.
Quando Dante nasceva, il Sole sorgeva e tramontava con Giove (lume pregno di gran virtù), entrambi nel segno dei Gemelli. Nel periodo in cui il Sole è in Gemelli nell’anno 1265, Venere si sposta tra Cancro e Leone, mentre Giove entra in Gemelli il giorno 7 giugno. Il giorno 14 giugno, il Sole nasceva ancora in Gemelli, ma tramontava in Cancro ed è quindi da escludere. Il periodo da considerare è quello compreso tra il 7 e il 13 giugno 1265.
È stato il professore Giovanni Ferrero a completare la ricerca. Dante Alighieri è nato il 13 giugno 1265 ed è proprio il vv.112 del XXII canto del Paradiso ad indicarlo. Tra il 7 e il 13 giugno 1265, il Sole passa dall’ottantaquattresimo al novantesimo grado dello zodiaco, percorrendo un grado al giorno. Se andiamo a sottrarre il numero del canto al numero del verso (112-22), otteniamo 90. Nell’anno 1265 il Sole entra nel 90esimo grado dello zodiaco (l’ultimo del segno astrologico dei Gemelli) alle ore 10 del mattino del giorno 13 giugno, per uscirne alle ore dieci del giorno successivo.
Nonostante questa sia l’ipotesi più accreditata, non si può conoscere con certezza assoluta il giorno in cui Dante Alighieri è venuto al mondo. Il segno dei Gemelli nel 1300 attraversava l’orizzonte astronomico tra la metà di maggio e quella di giugno e quindi la data presunta rientrerebbe in questo arco temporale. A conferma di ciò, le parole di Giorgio Petrocchi che in Vita di Dante, scriveva:
“Possiamo affermare con quasi assoluta certezza che Dante nacque in Firenze in un giorno tra il 14 maggio e il 13 giugno dell’anno 1265 (più probabilmente verso la fine del maggio) nella casa degli Alighieri nel popolo di S.Martino del Vescovo, di fronte alla Torre della Castagna, casa che era stata di Geri Del Bello, più tardi di Alighiero”
Il 29 maggio è soltanto una data presunta scelta convenzionalmente dagli amanti del poeta fiorentino per continuare a ricordare e onorare le parole di quell’uomo dotato di “un intelletto precocemente interessato ai sentimenti, d’una sensibilità velocemente instradata sul sentiero della riflessione di pensiero, d’una memoria prodigiosa” (Giorgio Petrocchi)
Claudia Monticelli