Albinismo e superstizione nel mondo
Perseguitati, discriminati, fragili: la difficile vita degli albini vittime di ignoranza e superstizione.
Nel mondo una persona ogni 20 mila abitanti viene colpita da albinismo. Si tratta di una media, che in Africa aumenta. L'assenza di melanina dà vita a carnagioni quasi trasparenti, che nei secoli hanno alimentato superstizioni e false credenze. Ma anche discriminazioni e persecuzioni. Il 13 giugno tutto il mondo celebra la Giornata Mondiale dell'Albinismo proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema.
Cos'è l'albinismo
L'albinismo è un'anomalia ereditaria, caratterizzata da scarsa o assente pigmentazione di melanina nella pelle, negli occhi, nei peli e nei capelli.
Le cause dell'albinismo
Le cause dell'albinismo sono riconducibili all'assenza o a un difetto dell'enzima tirosinasi, coinvolto nella sintesi della melanina. Chi non ha questo enzima viene definito albino. Chi invece presenta una quantità di melanina ridotta, ma non completamente assente viene definito albinoide.
I problemi di salute che hanno gli albini
L'assenza della melanina provoca negli albini disturbi alla vista di varia intensità. Può manifestarsi la fotofobia (intolleranza alla luce), strabismo, nistagmo (movimenti incontrollati dell'occhio) oppure riduzione dell'acuità visiva. Inoltre, gli albini invecchiano precocemente. Il processo è visibile soprattutto a livello cutaneo.
In più, risentono maggiormente di ustioni solari e hanno un rischio più alto di sviluppare tumori della pelle, dato che manca la funzione protettiva della melanina nei confronti delle radiazioni solari. Per questo chi è affetto da albinismo deve evitare la luce solare diretta, indossare indumenti protettivi e occhiali da sole, oltre a utilizzare creme protettive contro i raggi Uva e Uvb.
Le superstizioni più comuni legate all'albinismo
In Africa, dove il fenomeno della superstizione legata all'albinismo è molto forte, la famiglia accoglie la nascita di un bambino albino come una punizione divina. Spesso il padre abbandona la moglie se questa partorisce un figlio affetto da albinismo perché sospetta che lo abbia tradito con un uomo bianco. Altre volte sono le donne, impaurite, ad abbandonare o ad uccidere il figlio albino. In alcuni villaggi si pensa che l'albinismo sia curabile con una lunga esposizione del bambino al sole, lasciandolo lì fino a che non avrà raggiunto il colore adeguato.
Le donne albine possono subire violenza sessuale, nella convinzione che il suo albinismo possa curare malattie sessualmente trasmissibili come l'Aids. Inoltre, si crede che gli albini non muoiano, ma svaniscano come dei fantasmi.
Gli albini nel mondo
Nel mondo, una persona su 17mila è affetta da albinismo. Ma la percentuale sale se ci si sposta in Africa, dove ne è affetta una persona su 5mila. Le persone affette da albinismo affrontano molteplici forme di discriminazione in tutto il mondo. Questi atti, influenzati dalla superstizione, sfociano in violenza che mette a rischio la sicurezza e persino la vita di queste persone.
Nel 2014, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 13 giugno Giornata Internazionale dell’Albinismo, con l’obiettivo di prendersi in carico i diritti umani delle persone con albinismo e coordinare a livello globale tutte le associazioni che si occupano di questo fenomeno. In Italia c'è Albinit, associazione impegnata nella promozione di attività di formazione, informazione e sensibilizzazione sul tema e le soluzioni legate all'albinismo.
Nascere albino in Africa: la strage silenziosa
Secondo Amnesty International in Africa, dove l'incidenza della patologia è più alta, gli albini vengono perseguitati. Malawi, Tanzania, Uganda, Zimbabwe, Mozambico: sono le nazioni dove vive il maggior numero di albini e dove le persecuzioni sono più frequenti. In una relazione del Parlamento europeo del 2016 si legge che nel 2015 ci sono stati 448 casi di attacchi in 25 paesi africani. Soltanto in Malawi, negli ultimi cinque anni sono 150 i casi segnalati, che comprendono attacchi, violenze, omicidi e violazioni dei diritti umani. Ma ancora oggi resta difficile fare delle stime precise.
Gli albini hanno maggiori difficoltà nell’accesso all’istruzione e al lavoro, sono costretti a svolgere lavori umili in agricoltura (con maggiore esposizione ai raggi del sole) e non hanno le minime conoscenze per prevenire i rischi. Per questo, sviluppano più facilmente tumori della pelle mortali. Secondo un dossier delle Nazioni Unite, il 98 per cento degli albini muore prima di aver compiuto 40 anni, l’80 per cento proprio a causa di tumori alla pelle.
Stefania Leo