Le parole del 2020
La pandemia di Covid-19 ha “letteralmente” stravolto le nostre vite. Ci ha costretti a cambiare le nostre abitudini quotidiane, a modificare il nostro modo di rapportarci agli altri, di lavorare e studiare, ma ha anche rivoluzionato il nostro modo di parlare al punto che i vocabolari più autorevoli hanno pensato bene di prevedere delle edizioni aggiornate. Vediamo quali sono le parole che più riassumono questo 2020.
Quale parola descriverebbe al meglio 2020? Senza dubbio, Coronavirus o Covid-19. Il contagio mondiale ha dato il via alla creazione di un vocabolario che avremmo preferito non conoscere, introducendo termini nuovi come spillover o lockdown: tanti anglicismi che hanno reso più unito - nel bene e nel male - il pianeta. È come se il virus ci avesse offerto un super potere: parlare una lingua comune, una sorta di esperanto della pandemia, fatto di piccole differenze, ma con un sostrato comune molto ampio e simile in tutto il mondo.
Coronavirus e Covid-19
Come spiega l'Oxford Dictionary nel suo report Words of an Unprecedent Year, la parola coronavirus risale agli anni Sessanta e fino a quest'anno era relegata all'ambito scientifico e medico specalistico. Da marzo di quest'anno è diventata una delle parole maggiormente pronunciate in tutte le lingue del mondo. Al contrario Covid-19 è una parola completamente nuova, pronunciata per la prima volta nel report dell'Oms come abbreviazione di coronavirus disease 2019. In breve tempo ha superato coronavirus in frequenza d'uso, fino alla semplificazione in covid.
Quarantena
All'infezione da coronavirus ha fatto seguito, nel peggiore dei casi, il ricovero ospedaliero in terapia intensiva. Se entrati in contatto con persone positive al covid, si è costretti all'isolamento fiduciario. Se di ritorno da un viaggio, si è ancora oggi costretti alla quarantena. Gli esperti di lessicografia e dizionari presso il Cambridge Dictionary hanno eletto proprio quarantine come Parola dell'Anno. Con questo termine si indica «un periodo di tempo specifico in cui una persona o un animale che ha una malattia, o che può averne una, deve stare o essere tenuto lontano dagli altri, per prevenire la diffusione della malattia».
«Il picco più interessante si è verificato nella settimana del 18-24 marzo 2020 - spiegano dal Cambridge Assessment English - quando molti paesi in tutto il mondo sono entrati in lockdown per contrastare l’epidemia di COVID-19: le ricerche sono state 28.545. In particolare, il 18 marzo si è registrato il più alto volume di ricerche di “quarantine” in un solo giorno (4.027)».
Lockdown
Il termine lockdown è stato inserito tra le parole nuove dall'Accademia della Crusca. Si tratta di un prestito integrale dall'inglese. In origine il termine si riferiva al confinamento di prigionieri nelle loro celle per un periodo prolungato di tempo, solitamente come misura di sicurezza a seguito di disordini. Il termine era utilizzato anche in contesto psichiatrico. Nel 2020 è stato utilizzato per indicare «uno stato di isolamento, contenimento o restrizione dell'accesso». Le prime notizie del suo uso risalgono al 2013, in occasione del teantato assalto alla Casa Bianca avvenuto nell'ottobre di quell'anno. Dal gennaio 2020 è impiegata specificamente per indicare le misure di contenimento messe in atto prima nella provincia cinese di Hubei, poi in Italia, in Europa e negli altri paesi colpiti dalla pandemia. Il dizionario Collins l'ha scelta come parola dell'anno per riassumere ciò che tutti abbiamo vissuto.
Superspreader
Meno diffusa, ma di forte impatto, la parola superspreader indica una persona che trasmette un'infezione a un numero insolitamente grande di persone. Questo termine risale agli anni Settanta, ma è diventato più comune durante il 2020. Il picco di utilizzo risale a ottobre 2020, dopo la notizia della positività al Covid-19 di Donald Trump e di alcuni membri del suo staff.
Didattica a Distanza (DAD)
L'Accademia della Crusca ha inserito Didattica a Distanza (DAD) tra i suoi neologismi. La decisione risale al 30 luglio 2020 e indica «l'insegnamento impartito in passato attraverso corrispondenza postale, poi tramite la televisione e la radio, oggi anche soprattutto attraverso gli strumenti informatici e telefonici, per ovviare alla distanza fisica tra docente e discente». DAD ne è l'acronimo. Il suo primo uso è registrato negli anni Novanta, collegato al programma europeo di insegnamento Euro Pace. Il rilancio di questa locuzione avvenuto nel 2020 indica una delle misure adottate per arginare l'epidemia di Covid-19, ma la sua pratica esiste (e resiste) fin dalla metà dell'Ottocento.
Spillover
Oltre a essere il titolo del libro di David Quammen, edito da Adelphi, spillover è un prestito dall'inglese che significa letteralmente traboccamento, grazie all'unione dei termini versare, spandere (spill) e sopra (over). Il termine, se utilizzato in economia, indica il «fenomeno per cui un’attività economica volta a beneficiare un determinato settore produce effetti positivi anche oltre tale ambito». In ottica invece, lo spillover è «un fenomeno per cui parte della radiazione che illumina un riflettore viene persa in quanto esterna al contorno di esso». Ma l'accezione con cui spillover è stato utilizzato nel 2020 indica il salto di specie del coronavirus dagli animali agli umani. Nel suo Spillover. L'evoluzione delle pandemie, Quammen ha spiegato il funzionamento.
Termoscanner
Il termoscanner è uno strumento per la misurazione in tempo reale della temperatura corporea. Se ne osserva l'inizio della diffusione in un pezzo di Corrado Zunino su Repubblica, apparso il 2 febbraio 2020. Il termoscanner è stato installato negli aeroporti per monitorare la temperatura corporea dei passeggeri in arrivo sul territorio nazionale.
Congiunti
Il 26 aprile 2020, con l'annuncio della fase due descritta da Giuseppe Conte gli italiani hanno imparato a familiarizzare con una parola nuova: congiunti. Dopo un duro lockdown il Dpcm consentiva «gli spostamenti per incontrare i congiunti» e tutti ci siamo interrogati su: chi sono queste persone? Che tipo di legame di parentela li definiscono? Secondo i giuristi, il termine congiunti era ambiguo e non corrispondeva a una definizione legale precisa, quindi poteva dare adito a diverse interpretazioni da parte della forza pubblica. Dopo la pubblicazione del decreto, molti giuristi hanno argomentato che una sentenza della Corte di Cassazione (46351/2014) ha stabilito che anche un fidanzato è da considerarsi un congiunto, cioè qualcuno con cui si ha un solido e duraturo legame affettivo a «prescindere dall’esistenza di rapporti di parentela o affinità giuridicamente rilevanti come tali». In seguito alle critiche, in una nota del 27 aprile Palazzo Chigi ha chiarito che i congiunti sono «parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili».
Droplet
Abbiamo imparato a familiarizzare anche con un altro anglicismo, droplet. Si tratta dell'emissione di secrezioni respiratorie e salivari in forma di goccioline, espulse quando si starnutisce e si tossisce, che rimangono sospese nell’aria. Per evitarle, abbiamo iniziato a praticare il distanziamento sociale, espressione non certo nuova, ma poco usata in una società già di per sé atomizzata, che si è vista privare di contatto fisico, abbracci, lavoro (trasformatosi in smart working) e attività in presenza.
Zoom
Lo strumento principe per le comunicazioni durante tutto il 2020 è stato il cellulare nella sua versione smart che, insieme a pc e tablet, ha permesso di installare l'app che ha scandito le giornate della maggior parte delle persone del pianeta: Zoom. Attraverso questo programma di videochat abbiamo rivisto (in video) amici e familiari, ma anche colleghi di lavoro. Sono stati chiusi affari e tenute riunioni (non fiume, per fortuna, grazie alle limitazioni temporali). Dopo l'affermazione di Zoom, tanti programmi di videochat hanno seguito la scia, ma questa parola resta senza dubbio una delle più usate (e a volte, odiate) dell'anno.
Andrà tutto bene
Chiudiamo con un'espressione, più che con una parola, che vuole tracciare una rotta: quella verso la luce in fondo al tunnel, dove parole come Covid, lockdown e Didattica a Distanza diventeranno un lontano ritorno. La speranza è di consegnare ai libri di storia questo durissimo anno, così com'è già successo per l'influenza spagnola. Andrà tutto bene.
Stefania Leo