Anna Frank, testimone innocente dell’orrore nazista
Il 12 giugno 1942 la ragazza riceve un diario come regalo di compleanno e inizia a raccontare la sua vita di adolescente inseguita dalle SS.
Anna Frank era una ragazza come tante, a cui il regime nazista ha stroncato la vita nel momento più bello e delicato per ogni essere umano: l'adolescenza. Morta nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, la vita di Anna non è finita ammonticchiata assieme ai tantissimi nomi delle persone uccise dalle SS. Le sue tribolazioni e quelle subite dalla sua famiglia durante la persecuzione antisemita sono state documentate nel famoso Diario di Anna Frank. Tutto è iniziato con un quaderno dalla copertina a quadretti rossi, regalato alla ragazza in occasione del suo tredicesimo compleanno. Era il 12 giugno 1942 e tra quelle pagine inizia il racconto di uno dei momenti più bui della storia umana.
La storia di Anna Frank
Annelies Marie Frank, detta Anne, nasce a Francoforte, in Germania, il 12 giugno 1929. È la sorella minore di Margot. Sono entrambe figlie di Otto Heinrich Frank e sua moglie Edith. La famiglia Frank, ebrei riformati, vive in una comunità mista e i figli crescono con bambini di fede cattolica, protestante ed ebraica. In casa le tradizioni religiose sioniste non vengono pedissequamente praticate. Inoltre, Otto sprona le figlie a leggere e a studiare. L'infanzia di Anna trascorre serena, anche se deve confrontarsi con l'ammirazione dei suoi genitori per Margot.
Sono anni difficili per il Paese: la disoccupazione era molto diffusa e molti vivevano in povertà. Sfruttando il malcontento popolare, Adolf Hitler e il suo partito nazionalsocialista conquistavano consensi, promettendo di risolvere i problemi della Germania. Nel 1933 i Frank iniziano a pensare di lasciare Francoforte.
Edith e le figlie vanno ad Aquisgrana dalla madre di lei, mentre Otto viene inviato ad Amsterdam per aprire una filiale dell'azienda Opekta. Si sposta qui e inizia a preprare l'arrivo della sua famiglia. Intanto, in virtù della nuova legge sulla cittadinanza, tutta la famiglia Frank perde la cittadinanza tedesca.
Il diario di Anna Frank
Nella nuova vita in Olanda, Anna inizia ad andare alla scuola pubblica montessoriana, impara l'olandese e fa nuove amicizie. Ma nel 1939 la guerra dilaga: la Germania nazista invade la Polonia e nel 1940 è la volta dell'Olanda. I nazisti rendono la vita degli ebrei impossibile: molte delle costrizioni a cui questa etnia è obbligata sono documentate in modo meticoloso da Anna.
Il 12 giugno 1942, in occasione del suo tredicesimo compleanno, Anna riceve un quaderno a quadretti, con una copertina bianca e rossa e un lucchetto. Qui inizia a scrivere in olandese il suo Diario: prima ci sono solo annotazioni su scuola e amici, ma poi il quaderno diventa un modo per documentare l'evoluzione della vita della famiglia Frank, costretta a nascondersi.
Il cambio di tono di voce viene stimolato da una dichiarazione di Gerrit Bolkestein, membro del governo olandese in esilio. Il 28 marzo 1944 Anna aveva dichiarato che una volta terminato il conflitto, avrebbe creato un registro pubblico delle oppressioni sofferte dalla popolazione del Paese sotto l'occupazione nazista, includendo lettere e diari, cosa che spinge Anna a riscrivere sotto altra forma, e con una prospettiva diversa, la propria.
Le due versioni
Il Diario di Anna Frank diventa un luogo di confidenze, un modo per sfogare le tensioni della convivenza coatta con estranei in cerca di salvezza. È l'inizio dell'adolescenza di una ragazza come tante, che non può vivere il tempo più bello e difficile della sua vita.
Alla morte della ragazza, è il padre Otto a trovare il quaderno. Esistono due versioni delle memorie di Anna Frank: la prima, che va dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944, della quale non sono state ritrovate le pagine che coprivano il periodo 6 dicembre 1942 - 21 dicembre 1943; la seconda, su fogli volanti, pensata per la pubblicazione, che copre il periodo 20 giugno 1942 - 29 marzo 1944.
Il Diario di Anna Frank vede la luce nel 1947, elaborato da Otto sulla base della seconda versione, apportando modifiche e cancellazioni e aggiungendo quattro episodi tratti da un altro autografo di Anna, i Racconti dell'alloggio segreto.
La casa di Anna Frank
Nel 1934 i Frank si erano trasferiti in un palazzo condominiale di Merwedeplein n. 37, nel nuovo quartiere di Rivierenbuurt, nella periferia meridionale della città. Qui molte famiglie tedesche di origini ebraiche avevano cercato una nuova patria.
Con il peggiorare della situazione Otto Frank cede il controllo della sua azienda e nasconde la sua famiglia in una casa sul retro della fabbica. A luglio 1942 Margot riceve una richiesta a comparire per la deportazione in un campo di lavoro: la mancata presenza avrebbe condannato l'intera famiglia.
Questo spinge il capofamiglia a nascondere tutti: la famiglia Frank si dà alla fuga. Per depistare i nazisti, lasciano un biglietto in cui dicevano di essere fuggiti in Svizzera. Rimangono nascosti per due anni con la famiglia van Pels e il dentista Fritz Pfeffer.
Nonostante la difficile convivenza e la limitatissima libertà, in clandestinità Anna Frank legge moltissimo e migliora la sua scrittura. Documenta i primi turbamenti amorosi per Peter van Pels e i dubbi sul reale amore fra suo padre e sua madre, passaggi poi stralciati dalla versione ufficiale del diario.
Il mattino del 4 agosto 1944, attorno alle 10.00, la Gestapo fa irruzione nell'alloggio segreto, in seguito a una segnalazione da parte di una persona mai identificata. Nel Diario del giovedì 16 settembre 1943 Anna annota il nome di Willem van Maaren, definendolo «una persona notoriamente poco affidabile, molto curiosa e poco facile da prendere per il naso».
Vengono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Anna e Margot morirono nel 1945 di tifo, in condizioni terribili, nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Oggi la casa-nascondiglio è un museo: si trova al numero 263 di Prinsengracht, nel centro della città.
Anna Frank: il film
Le vicende narrate ne Il Diario di Anna Frank hanno prodotto numerosi adattamenti per il teatro, il cinema e la televisione. Nel 1956 il diario viene adattato in un'opera teatrale che vince il Premio Pulitzer. Su questa versione, nel 1959 viene tratto un film, firmato da George Stevens, che punta i riflettori sulla vicenda simbolo dell'Olocausto.
Sono state tantissime le attrici che hanno dato il proprio volto alla giovane Anna Frank. La prima è stata Susan Strasberg nell'opera teatrale del 1955. Nel 1980, nell'omonimo film per la tv, Melissa Gilbert ne ha vestiti i panni. Nel 1997 è stata la volta di Natalie Portman per l'omonima riduzione teatrale diretta da James Lapine.
Diario di Anna Frank: frasi
Ne Il Diario di Anna Frank sono tante le frasi che colpiscono chi legge, restituendo la profondità dell'esperienza vissuta in clandestinità da tutta la famiglia. Tradotto in oltre 70 lingue, oggi è un libro letto in tutto il mondo per tramandare ai posteri gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Ecco i passaggi più profondi e suggestivi.
- «Una cosa però l’ho imparata: per conoscere bene la gente bisogna averci litigato seriamente almeno una volta. Solo allora puoi giudicarne il carattere».
- «I genitori possono solo dare ai figli buoni consigli o indirizzarli sulla buona strada, ma la formazione definitiva della personalità di una persona è nelle mani della persona stessa».
- «Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora».
- «Chi non scrive non sa quanto sia bello scrivere; in passato, rimpiangevo sempre di non sapere disegnare, ma ora sono felicissima di saper almeno scrivere. E se non avrò ingegno abbastanza per fare la scrittrice o la giornalista, ebbene, potrò sempre scrivere per me sola».
- «Chiunque è felice, renderà felice anche gli altri».
Stefania Leo