I viaggi all'estero

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Benché l'egitto fosse un paese ricco, capitava che ricorresse alle risorse estere per procurarsi specifici prodotti. Infatti, mantenne relazioni con i popoli più vicini, che lo rifornirono di materiali “esotici”.

Gli egizi estraevano l'oro, uno dei minerali più utilizzati, dalle miniere di Copto; ma quando i giacimenti cominciarono a esaurirsi, dovettero spingersi fino alla Nubia in cerca del pregiato metallo. Da lì riportarono anche prodotti come le pelli di leopardo, utilizzate dai sacerdoti funerari, e le piume di struzzo, con cui si realizzavano ventagli come quelli trovati nel tesoro di Tutankhamon. Biblo, lungo la costa fenicia, era uno dei porti con cui l'Egitto commerciava fin dalle epoche più antiche. Il mito racconta che Iside si recò laggiù in cerca di Osiride e che lo riportò indietro dentro un albero: il cedro, legno con cui si fabbricavano le barche sacre e utilizzavano la sua resina per l’imbalsamazione. Costruirono un canale nello Wadi Tumilat per poter accedere al leggendario paese di Opone (Punt), forse situato in Eritrea: da questa zona ottennero l'incenso, la mirra e altri prodotti. La città che chiamavano Tefrer forniva agli Egizi il lapislazzuli, materiale prezioso proveniente dalla Battriana. Spesso, nel commercio dei materiali stranieri, gli egizi si servivano di intermediari e i Fenici furono tra essi.

La mirra e l'incenso erano tra i prodotti più ricercati e richiesti del paese di Opone. Gli alberi di incenso venivano trasportati con tutte le radici per trapiantarli poi nei cortili dei templi. L'incenso veniva utilizzato per diffondere aromi durante le cerimonie religiose, ma faceva anche parte delle offerte agli dei. Opone fu chiamato "la terra dell'incenso": il suo era quello più gradito agli dei. Anche se dall'Antico Regno si conosceva già il paese di Opone, la spedizione più famosa fu quella organizzata da Hatshepsut. Questa regina ne ricavò una grande quantità di oro, avorio, incenso e altri prodotti. In cambio, gli egizi fornirono birra, vino e carne. Come Hatshepsut, che lo precedette, anche il re Thutmosi III (1490-1436 a.C.) organizzò una spedizione verso Opone, sebbene per motivi diversi. Tale spedizione, inizialmente militare, finì col diventare "scientifica": la fauna e la flora di quelle terre attrassero infatti tanto l'attenzione del re che, al suo ritorno, egli ordinò che fossero raffigurate sui muri del tempio di Karnak. Questi rilievi fanno parte del cosiddetto "orto botanico" di Thutmosi III.