Chichén Itzá

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Nel Periodo Postclassico il mondo maya attraversò una grave crisi politica e le dinastie furono costrette ad allearsi militarmente con popolazioni di origine straniera. Accadde cosí che molte istituzioni politico-sociali venissero sovvertite e ai sovrani-sacerdoti si sostituissero dei re-guerrieri. In quell’epoca nacque una capitale potente e autorevole, Chichén Itzá, orgogliosa metropoli maya-tolteca che dominerà lo Yucatán per circa tre secoli. La città venne costruita con un mirabile connubio tra elementi maya e toltechi: il grande piazzale cerimoniale avrebbe rappresentato, secondo il pensiero maya, il luogo primordiale della creazione, mentre l’enorme Piramide di Kukulkán avrebbe simboleggiato la montagna dove la Prima Madre aveva modellato i primi uomini nel mais. Su questa struttura maya i Toltechi, provenienti da Tula, introdussero i simboli delle loro tradizioni guerresche come il “muro dei crani”, i Chac-Mool – forse messaggeri degli dèi – e le immagini di serpenti, giaguari, aquile e atlanti.

Con l’arrivo della tribú degli Itzá (probabilmente a loro volta di lontana origine maya, ma su questo punto esistono ancora controversie) la società si militarizzò profondamente e forse il crollo della città nel XIV secolo è da attribuire alla ribellione delle popolazioni locali contro i dominatori stranieri. La grande Piramide che domina il piazzale ingloba un edificio maya piú antico sul quale gli Itzá eressero nel X secolo un tempio, al cui interno erano stati collocati un Chac-Mool (un altare antropomorfo raffigurante un uomo semisdraiato con le gambe piegate e la testa sollevata e un recipiente al centro del ventre per le offerte sacrificali) e un trono a forma di giaguaro, dipinto di rosso e decorato da dischetti di giada per simulare le macchie del manto felino.

La Piramide venne chiamata dagli Spagnoli con il nome generico di El Castillo, ma in realtà sembra fosse dedicata al culto di Kukulkán (cosí era definito a Chichén Itzá il divino Quetzalcóatl): le quatto scalinate hanno i parapetti ornati da lunghissimi “serpenti piumati” le cui fauci si aprono alla base della piramide, mentre le colonne del tempio superiore sono costituite da serpenti a sonagli la cui coda sostiene un architrave. Kukulkán fa la sua apparizione nei giorni degli equinozi di marzo e di settembre quando l’ombra delle nove terrazze si proietta sul muro nord-ovest, creando l’illusione di un serpente che striscia lungo la piramide. L’importanza dei calcoli astronomico-calendariali è ribadita in tutto il monumento: le quattro scalinate contano ognuna 91 gradini per una somma totale di 364, a cui va aggiunto l’unico gradino del tempio per un conto finale di 365 gradini, l’esatto numero dei giorni del ciclo solare.