tracheobronchite
sf. [sec. XX; da trachea+bronchite]. Infiammazione della trachea e dei bronchi, spesso secondaria a riniti acute o ad altre condizioni infiammatorie delle prime vie aeree e dei polmoni, nel corso di malattie infettive generali (morbillo, scarlattina, influenza ecc.). Il quadro clinico varia secondo il decorso e la qualità dell'essudato (catarrale, fibrinoso, purulento, emorragico ecc.). Le tracheobronchiti acute si distinguono in catarrali o mucopurulente e fibrinose o pseudomembranose; il secondo gruppo può far seguito a flogosi difteriche discendenti dalle vie respiratorie alte, a diffusione ascendente di una polmonite fibrinosa, all'azione necrotizzante e flogogena di vapori o gas irritanti e velenosi, quali gli aggressivi chimici. Si manifestano con tosse, catarro, bruciore retrosternale, febbre e guariscono spesso con completa restitutio ad integrum; nelle forme gravi con infiltrazione profonda e distruzione di tessuto, la guarigione avviene invece con formazione di sclerosi peritracheale e peribronchiale o passando allo stato cronico. Le tracheobronchiti croniche conseguono di solito al ripetersi di infiammazioni acute e sono favorite e sostenute dalla stasi, dalle malattie renali, dall'inalazione di polveri, dal tabagismo ecc.; particolarmente grave è la forma putrida, sostenuta da germi anaerobi (micrococcus foetidus, bacillus fragilis, bacillus racemosus) della putrefazione, ai quali si associano i comuni ospiti delle vie respiratorie, caratterizzata dall'odore nauseabondo dell'abbondante secreto; i sintomi delle tracheobronchiti croniche sono simili a quelli già descritti per leforme acute. La terapia è a base di antibiotici e antipiretici; utili i mucolitici.