stercoràrio
Indiceagg. e sm. [sec. XVI; dal latino stercoraríus].
1) Agg., lo stesso che stercoraceo.
2) Sm., nome di varie specie di Insetti Coleotteri appartenenti alle famiglie degli Scarabeidi e dei Geotrupidi (vedi geotrupe e scarabeo).
3) Nome di alcune specie di Uccelli Caradriformi appartenenti alla famiglia degli Stercoraridi. Lo stercorario maggiore o skua (Stercorarius skua=Catharacta skua), lungo quasi 60 cm, possiede un corpo robusto, ricoperto da un piumaggio marrone, che tende al fulvo ventralmente e mostra una macchia bianca alla base delle remiganti e un grande becco nero dall'estremità uncinata. È ampiamente distribuito nell'Atlantico settentrionale, donde migra verso sud in inverno. Lievemente più piccolo è lo stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus), che si riconosce dalle penne centrali della coda che sono allungate e più grosse che nell'altra specie. § Gli stercorari sono ben noti per il parassitismo alimentare (cleptobiosi); forti volatori e ottimi manovratori in volo, si tengono, di solito, ai margini degli stormi di gabbiani e di altri uccelli marini che volano su banchi di pesci affioranti, senza partecipare alla pesca, sebbene siano del tutto in grado di pescare per proprio conto. Appena un gabbiano o un altro uccello si solleva dall'acqua con una preda nel becco, uno stercorario lo insegue da vicino e con insistenza, tenendosi in una posizione un po' arretrata e più in alto ed effettuando su di esso continue picchiate. Questo comportamento ha l'effetto di spaventare l'uccello inseguito, che da un lato è appesantito dal pesce e dall'altro viene attaccato da una direzione che il suo campo visivo non gli consente di controllare agevolmente; la sua reazione di paura culmina in breve con l'abbandono della preda, che spesso viene afferrata dallo stercorario ancor prima che finisca in mare. Nei luoghi di nidificazione gli stercorari saccheggiano anche i nidi incustoditi degli uccelli marini, predando sia le uova sia i pulcini.