ségale

(anche ségala), sf. [sec. XIV; latino secăle]. Nome comune della specie di pianta Secale cerealedella famiglia Graminacee, originaria dell'Asia sudoccidentale, dove vive una varietà spontanea, e coltivata su larga scala in vari Paesi dell'Europa settentrionale dell'Asia e dell'America, dove per la rigidità del clima il frumento non prospera. È un cereale simile al frumento, ma più sviluppato di questo (è alto fino a 2 m), con foglie di colore quasi glauco e spiga allungata, un po' pendula, nella quale ciascuna spighetta matura due cariossidi, con glumette esterne che terminano in reste aculeate e rigide. Le cariossidi sono nude, più lunghe e sottili di quelle del frumento, appuntite alla base e foggiate a calotta all'estremità opposta, di colore variabile dal grigio-verde al bruno scuro secondo la varietà. In Italia la segale è coltivata su scala ridotta, specialmente in località montane o di alte colline, per lo più nelle regioni alpine. Il cereale è soggetto alle medesime malattie crittogamiche che affliggono il frumento; di particolare importanza per le gravi intossicazioni alimentari che provoca nell'uomo e negli animali l'infezione provocata dal fungo Claviceps purpurea detta segale cornuta. Dalle cariossidi della segale si ottiene una farina alimentare con cui si produce un pane di più lunga conservazione, ma meno digeribile di quello di frumento; in alcuni Paesi esse servono anche per la produzione di birra e whisky. Da sola o consociata con altre piante, infine, la segale serve per fare erbai.

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