rifrattometrìa
sf. [rifratto+-metria]. Tecnica di misurazione degli indici di rifrazione di mezzi ottici solidi, liquidi, aeriformi. La misurazione viene generalmente effettuata mediante apparecchi chiamati rifrattometri. La rifrattometria è anche un importante metodo di analisi chimica che da misure dell'indice di rifrazione permette di risalire alla natura delle sostanze in esame e, nel caso di soluzioni note, alla concentrazione delle soluzioni stesse. In tali analisi qualitative e quantitative gli strumenti usati forniscono misure rapide e precise dell'indice di rifrazione e della concentrazione, permettendo di operare anche su una sola goccia del campione senza alterarlo chimicamente. L'uso esteso di tale analisi è dovuto al fatto che la determinazione dell'indice di rifrazione costituisce uno dei dati più sicuri ai fini dell'analisi stessa. L'analisi rifrattometrica permette tra l'altro la determinazione della percentuale di zucchero contenuto in soluzioni, in succhi di frutta, in marmellate, ecc.; la determinazione delle concentrazioni di soluzioni acquose, alcoliche ed eteriche di ogni genere; la verifica e il controllo della purezza del petrolio e dei suoi sottoprodotti, dei grassi animali e vegetali, della glicerina, ecc.; il dosaggio dell'albumina nel siero del sangue e altre indagini biochimiche di questo tipo.