spettrofotòmetro
sm. [sec. XIX; spettro+foto-+-metro]. Strumento per la determinazione degli spettri di assorbimento utilizzato per le analisi, qualitative e quantitative, nel visibile, nell'ultravioletto e nell'infrarosso. Gli spettrofotometri, per ottenere luce monocromatica, non fanno uso di filtri, come i colorimetri, ma di monocromatori. Con un monocromatore si ottiene un fascio di luce rigorosamente monocromatica la cui lunghezza d'onda può essere regolata come si vuole entro un'ampia banda dello spettro. Secondo i limiti estremi di questa banda si hanno spettrofotometri per il visibile, l'ultravioletto, l'infrarosso. Con lo spettrofotometro, ricavando la curva di assorbimento della sostanza in esame, si risale alla sua natura e al suo grado di purezza. Le parti essenziali di uno spettrofotometro sono la sorgente luminosa, il monocromatore, la vaschetta che contiene la sostanza da analizzare e l'apparato di ricezione, costituito da fotocellule, per il visibile e l'ultravioletto, e da termocoppie o bolometri, per l'infrarosso.