polimatèrico
agg. (pl. m. -ci) [sec. XX; da poli-+materia]. Di creazione artistica che si avvale, ai fini della resa espressiva, dell'apporto di materiali diversi applicati in modo coordinato. L'uso di combinare insieme i materiali fu ampiamente sviluppato nell'arte di ogni tempo, soprattutto nella scultura, allo scopo di evidenziare la resa veristica dell'immagine. Tuttavia il concetto e il termine di polimaterico entrarono nell'uso soltanto intorno al 1910, con le esperienze cubiste dei collages di Picasso e dei papiers collés di Braque, affermandosi poi col futurismo (Prampolini) e con l'arte dei dadaisti (Arp, Duchamp, Picabia, Schwitters) e dei surrealisti, vincolata all'esigenza di sperimentazione delle nuove materie create dall'industria e sfruttate dagli artisti polimaterici con fini ed esiti diversi. Attraverso questi movimenti l'uso composito di materiali si è generalizzato al punto di costituire una delle più frequenti caratteristiche dell'arte del Novecento.