Definizione

sm. [sec. XX; impt. di grattare+cielo, sul modello dell'anglo-americano sky-scraper]. Edificio a prevalente sviluppo verticale (oltre i 15 piani e i 50 m di altezza), comparso negli USA nella seconda metà del sec. XIX, sotto l'impulso del crescente sviluppo economico e tecnologico. I grattacieli, infatti, corrisposero all'esigenza di concentrare molteplici attività di natura commerciale e amministrativa nelle aree centrali delle città in via di più intenso sviluppo (segnatamente a Chicago, a New York nell'isola di Manhattan, a Boston, a Filadelfia e, in seguito, a Detroit). Ciò comportava la ricerca di nuovi modi di aggregazione degli spazi interni, legata alla loro destinazione, e, contemporaneamente, la massima utilizzazione possibile del lotto, dato l'alto costo del terreno fabbricabile.

Architettura

La definizione di questo nuovo tipo edilizio ebbe particolare impulso a Chicago (il cui centro era stato distrutto da un incendio nel 1871) a opera della cosiddetta Scuola di Chicago; si ricordano W. Le Baron Jenney (Leiter Building, 1º, 1879, e 2º, 1889; Home Insurance Building, 1885), D. H. Burnham e J. W. Root (Monadnock Block, 1891; Reliance Building, 1894), L. Sullivan (Wainwright Building, a Saint Louis, e Auditorium Building, a Chicago, 1887-90). Queste opere, mentre costituirono un importante banco di applicazione per le strutture metalliche (in genere collaboranti con strutture murarie) e degli impianti di sollevamento e di riscaldamento, posero il problema del rapporto fra loro e con gli edifici preesistenti in un quadro urbano che esse stesse contribuivano a mutare profondamente. Più specificamente maturò il problema di ricercare una veste architettonica espressiva dei nuovi contenuti strutturali e funzionali. L'uso, infatti, di elementi architettonici mutuati su quelli propri di determinate epoche del passato (romanico, gotico, rinascimento, ecc.) importati dall'Europa (meta d'obbligo per il completamento della formazione professionale e culturale, e dove allora imperavano i vari revival), si andava rivelando del tutto inadeguato, in quanto la sovrapposizione di piani (ordini) tendenzialmente indefinita, che è propria del grattacielo, comportava la perdita del rapporto proporzionale tra le parti componenti tali elementi (per esempio colonne e archi, colonne e trabeazioni) con effetti talvolta quasi caricaturali. Ciononostante alle forme dei revival stilistici si rifece la maggior parte dei grattacieli costruiti nel primo ventennio del sec. XX (esempi significativi: Pure Oil Building a Chicago; Woolworth Building, 1913, a New York, di Cass Gilbert; Chicago Tribune Building, 1925, di J. M. Howells e R. Hood). Inoltre, nel 1916 la Zoning Law di New York aveva posto dei limiti allo sfruttamento del terreno e ai conseguenti effetti negativi che questo aveva sul soleggiamento e sull'illuminazione degli edifici vicini e dello stesso grattacielo: a partire da una certa altezza il fabbricato non poteva più crescere su tutta l'area, ma solo su una parte di essa ed entro una certa sagoma definita da un'inclinata. I grattacieli furono così costretti a crescere in ritiro (set back), dando origine al tipo gradonato, con superficie decrescente verso l'alto, in uso per molti anni, ma oggi ormai abbandonato (Paramount Building, New York). La Zoning Law costituì, però, una semplice norma limitativa, che non teneva conto dell'interesse pubblico e non promuoveva una vera definizione urbanistico-spaziale, alla quale si giunse solo con la realizzazione (1931-40) del Rockefeller Center di New York. Questa terza fase, nel secondo dopoguerra, ha comportato anche la ristrutturazione di interi brani di tessuto urbano (per esempio il Triangolo d'oro di Pittsburgh). Va sottolineato che il superamento dei canoni stilistici a favore della diretta espressione dei caratteri tecnologici e strutturali dell'edificio fu stimolato dalla penetrazione negli USA delle istanze del movimento razionalista architettonico europeo, a partire dal concorso (1922) per il grattacielo della “Chicago Tribune”, al quale parteciparono, tra gli altri, W. Gropius e B. Taut; dai progetti di grattacielo per una “architettura americana” elaborati a più riprese, tra il 1920 e il 1946, da F. L. Wright, allievo di L. H. Sullivan; infine dai progressi tecnici nel settore degli impianti e in quello delle strutture in acciaio, che consentirono altezze sempre più rilevanti: Sears Tower (443 m) e Hancock Center (337 m) di Chicago; le torri gemelle del World Trade Center (417 m distrutte in un attentato nel settembre 2001) e l'Empire State Building (381 m) di New York; le Petronas Towers (400 m) di Kuala Lumpur. Gli esempi più significativi di grattacielo si trovano a Chicago (First National Bank, Lake Shore Drive Apartments, Marina City, Civic Center, Prudential Building), che conta il maggior numero di grattacieli, e a New York (Chrysler Building, Chase Manhattan Bank, Seagram Building, Palazzo dell'ONU). Negli anni Ottanta la tipologia del grattacielo conosce un ulteriore sviluppo, con progetti che coinvolgono anche l'Estremo Oriente: Bank of China (314,5 m) e Hong Kong and Shangai Banking Corporation a Hong Kong; Overseas Union Bank (280 m), Singapore Treasury Building (235 m), Raffles City Hotel (226 m) a Singapore. Infine ricordiamo l'edificio per il municipio di Tōkyō (243 m), inaugurato nel 1991. Analogamente negli USA, a fianco delle opere realizzate nel corso degli anni Ottanta (Texas Commerce Building, Houston, 305 m; Allied Bank Plaza, Houston, 295 m; Columbia Seafirts Center, Seattle, 291 m; Liberty Place Building, Filadelfia, 256 m; City Spire Building, New York, 244 m), vengono messi allo studio progetti avveniristici come la Casa Torre di Newark (New Jersey) di 538,8 m oppure la Phoenix Tower a Phoenix (Arizona) di 516 m, o la Television City Tower a New York di 509 m; inoltre, la Prudential Tower di 311 m a Chicago e il Columbus Circle Building di 274,5 m a New York. Per i grattacieli in Europa, meno frequenti rispetto all'America Settentrionale o all'Estremo Oriente, ricordiamo: Torre della Fiera (256,5 m) a Francoforte, Torre di Montparnasse (209 m) a Parigi, Post Office Tower (189 m) a Londra, sede della Deutsche Bank (155 m) a Francoforte, Torre di Madrid (150 m), Tour du Midi (148 m) a Bruxelles, Concordia Hochhaus (137 m) a Colonia, grattacielo Pirelli (126 m) a Milano. Nel 2012 è stata terminata la costruzione dell'allora grattacielo più alto d'Europa, lo Shard, progettato da R. Piano, che è stato poi superato da cinque edifici costruiti in Russia tra 2013 e 2019. Oggi il primato europeo spetta al Lakhta Center di San Pietroburgo (462,5 m). Nel mondo il grattacielo più alto è il Burj Khalifa di Dubai (829 m) realizzato nel 2010, seguito dalla Shangai Tower (632 m). Il recordo si prevede sarà superato nel 2020 dalla Jedda Tower in Arabia Saudita che dovrebbe arrivare a 1008 metri effettivi. Ultimato nel 2015, in Italia l’edificio più alto al tetto (high to roof) è la Torre Isozaki di Milano alta 209 metri, mentre il più alto in assoluto, grazie a una guglia di 85 metri, è la Torre Unicredit (231 m), sempre a Milano, inaugurata nel 2012.

Scienza delle costruzioni: materiali e tecnologie

I nuovi materiali da costruzione e le nuove tecnologie hanno sempre trovato nei grattacieli un'ideale applicazione sperimentale al limite delle loro possibilità; ma non si può parlare in assoluto della prevalenza di un materiale (per esempio l'acciaio) sull'altro, in quanto sono i dati progettuali e i fattori normativi, economici e ambientali a determinare, caso per caso, l'opportunità dell'una o dell'altra tecnologia. Non a caso negli Stati Uniti, Paese fortemente industrializzato e con manodopera ad alto costo, hanno sempre avuto tanto sviluppo i grattacieli in acciaio, mentre più di recente vi è stato un ritorno all'uso del cemento armato per le migliorate tecniche della prefabbricazione, che consentono un eguale procedimento industriale di cantiere (per esempio come attuato per il Marina City di Chicago). In Europa, invece, diverse condizioni sociali ed economiche, una diversa normativa (limiti di altezza, rapporto con i centri storici) hanno determinato, per quel limitato sviluppo che il grattacielo vi ha avuto, un maggiore impiego del cemento armato. Mentre nei grattacieli in cemento armato il problema principale è quello del peso e delle conseguenti eccessive dimensioni, per cui oltre i 300 m di altezza i piedritti ne occuperebbero quasi per intero la base (il più alto grattacielo in cemento armato è la Stock Exchange Tower, di 200 m, costruita a Montréal), in quelli in acciaio il problema statico principale è rappresentato dalla deformabilità della struttura, che si cerca di ridurre al massimo con l'impiego di pareti esterne a traliccio, capaci di realizzare una struttura con resistenza scatolare, paragonabile, nel suo insieme, a una grande mensola incastrata al suolo (per esempio The World Trade Center, di New York, la cui parete costituiva una trave Vierendeel); altri tipi sono stati realizzati con soluzioni miste formate da montanti in acciaio protetto da calcestruzzo e solai in cemento armato con funzione irrigidente. L'impianto distributivo di un grattacielo è caratterizzato dalla presenza di un nucleo di servizi (antincendio e impianti vari) con scale e batterie differenziate di ascensori; nucleo che si trova in genere nel centro (core) dell'edificio a costituirne anche un elemento resistente, e da un piano libero, usufruibile per intero, per il quale saranno determinanti la posizione, il numero e le dimensioni dei pilastri. I vantaggi di questo schema elementare, compatto e sovrapposto, consistono nella riduzione dei percorsi orizzontali e nel conseguimento di migliori condizioni di luce, aria e spazio negli ambienti. La destinazione tipica del grattacielo è sempre stata quella di edificio adibito ad uffici; ma oggi, con la crescita continua e durevole della città, ha trovato una sua nuova dimensione nella funzione abitativa integrata: garages e parcheggi nei piani sotterranei, servizi comuni in quelli immediatamente superiori, quindi gli uffici e, da ultimi, i piani risevati alle abitazioni. Di grande interesse, da questo punto di vista, il progetto CityLife nel centro di Milano realizzato dagli architetti Arata Isozaki, Daniel Libeskind e Zaha Hadid per la riqualificazione dell’area del Portello con la creazione della più grande area pedonale della città che ha previsto la realizzazione di tre grattacieli con funzioni direzionali oltre ad alcuni edifici residenziali e di servizio.

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