palatale
agg. e sf. [sec. XIX; da palato1]. Proprio del palato; si usa quasi solo in fonetica, per indicare suoni (consonanti e vocali) che vengono articolati avvicinando o appoggiando il dorso della lingua al palato. Si possono distinguere consonanti prepalatali, mediopalatali, postpalatali; oppure nasali palatali, fricative palatali, occlusive e affricate palatali. In italiano sono mediopalatali la nasale n scritta gn (legno) e la laterale l scritta gl(i) (figlio, figli), sono postpalatali i suoni velari avanti e, i, indicati graficamente con ch, gh (chilo, ghiro). Comunemente sono detti palatali anche i suoni italiani č, ǧ scritti c(i) g(i) (cena, gente) e š scritto sc(i)(scena) che sono più esattamente palatoalveolari. Le vocali palatali (o anteriori) sono quelle che vengono articolate verso la parte anteriore del palato e cioè in italiano è, é, i (pèsca, pésca, pino). Le palatali indeuropee sono una serie di suoni ricostruiti, rappresentati graficamente con k, kh, ḡ, ḡh, che sono diventati occlusive velari nelle lingue centum e generalmente sibilanti nelle lingue satem.