Lessico

sm. [sec. XIII; latino pilus].

1) Annesso cutaneo dei Mammiferi omologo della penna degli Uccelli, costituito prevalentemente di cheratina, che si presenta come un bastoncino in parte sporgente dalla superficie corporea, in parte contenuto in un'infossatura dell'epidermide, il follicolo pilifero: pelo folto, lungo. Nelle loc. fig. ed estens.: non torcere un pelo, non fare alcun male; non aver peli sulla lingua, parlare con franchezza; avere il pelo sullo stomaco, sul cuore, essere insensibili ai mali altrui; fare il pelo e il contropelo, vedi contropelo; cercare il pelo nell'uovo, essere molto pignolo. Fig., minima, impercettibile differenza: per un pelo rischiavo di perdere l'autobus; essere a un pelo da, stare per. Per estensione, l'insieme dei peli di una persona o di un animale: un gatto di pelo bianco; giovane di primo pelo, a cui spunta la prima barba; fig., inesperto della vita.

2) In particolare, appendice filiforme presente su vari organi di molte piante con funzioni diverse: peli urticanti; anche la peluria di alcune stoffe: spazzolare nel senso del pelo.

3) Fibra tessile ricavata dal pelo di diversi animali: pelo di cammello.

4) La superficie di un liquido: il pelo dell'acqua.

5) Nell'industria del marmo, soluzione di continuità nel marmo prodotta da movimenti orogenici. I peli sono disposti nel marmo in tre piani ortogonali fra loro e sono chiamati: p¾ del verso o pioda; del contro o testa; del secondo o trincante, corrispondenti al piano di sedimentazione, alla direzione del banco e all'inclinazione del banco. Pelo furbo si dice la litoclasi quasi invisibile che si evidenzia quando si segano i blocchi per ottenere lastre.

Anatomia

I peli, nel loro insieme, formano la pelliccia con funzioni isolanti e termoregolatrici: la parte esterna del pelo è detta fusto o stelo e quella interna radice, raccolta in una fossetta scavata nel derma nota come follicolo pilifero. "Per lo schema di un pelo di mammifero vedi il lemma del 15° volume." "Vedi schema vol. 17, pag. 32" Sia il fusto sia la radice sono formate da cellule epidermiche morte, altamente cheratinizzate. Nel punto di passaggio fra radice e fusto, si nota una leggera strozzatura (colletto del pelo); il fusto ha sezione variabile (ovale, circolare, triangolare), superficie liscia, apice appuntito. La superficie del pelo è costituita da cellule corneificate lamellari, al di sotto delle quali sono cellule pigmentate e all'interno cellule cubiche, tra le quali si trovano spazi contenenti aria. Lo strato interno è detto midollare, quello intermedio corticale, quello esterno cuticola, alla quale, nella radice, si addossa una guaina epiteliale. Quest'ultima riveste una papilla dermica riccamente irrorata, il bulbo del pelo, e costituisce la matrice del pelo da cui si formano tutti i suoi elementi. Entro il follicolo sbocca una ghiandola sebacea, il cui secreto mantiene impermeabile il pelo e la cute circostante (con funzione protettiva); inoltre, nel follicolo è impiantato un piccolo muscolo erettore del pelo (muscolo orripilatorio), costituito in genere da fibre muscolari lisce, la cui contrazione provoca il sollevamento verso l'esterno del bulbo e quindi del pelo. Nello sviluppo embrionale del pelo non si assiste alla formazione di una papilla mesodermica come nel caso della penna. Un cordone di cellule epidermiche affonda nel derma accrescendosi: alla base di questo cordoncino si forma la matrice del pelo, che si scava per accogliere la papilla mesodermica riccamente vascolarizzata. La distribuzione e l'entità del rivestimento pilifero sono in rapporto al sesso e all'età. Il colore dei peli è dovuto alla presenza di pigmento melaninico; l'incanutimento è causato dalla progressiva scomparsa delle cellule pigmentate che lasciano quindi ampi spazi vuoti i quali provocano la trasparenza (e di conseguenza l'aspetto bianco) del pelo. In alcuni Mammiferi si verifica la muta stagionale del pelo. Nell'uomo secondo la regione cutanea interessata i peli acquistano nome diverso: capelli, barba, baffi, ciglia e sopracciglia, vibrisse, tragi, pubi, irci. I peli possono cadere in conseguenza di atrofia del bulbo per motivi anche patologici (alopecia, rogna, ecc.) e sono sostituiti da altri prodotti da nuovi bulbi; se non si formano nuovi bulbi si instaura un quadro di calvizie, di norma non più reversibile. I vasi che nutrono i peli provengono dalla rete capillare del derma; l'innervazione è garantita da fibre terminali dei nervi della pelle.

Antropologia

Nell'uomo, rispetto ai Primati, il pelo ha perso la sua funzione originaria, anche se interessa più la sua lunghezza e la sua vistosità che il numero di follicoli attivi: sono lunghi e fitti i peli soprattutto sulla testa, meno sulle ascelle e sul pube in entrambi i sessi; funzione protettiva svolgono le ciglia e, parzialmente, le sopracciglia; spiccato è il dimorfismo sessuale per cui nel maschio è frequente una pelosità più o meno accentuata sulla faccia, sul tronco e sugli arti. Da un punto di vista evolutivo, la quasi scomparsa del pelo, tranne che dalla testa, sembra da collegarsi alla perdita di significato sessuale conseguente l'acquisizione della stazione eretta che valorizza altri attributi e soprattutto il diverso comportamento sessuale tipico dell'uomo, che è profondamente influenzato dalla cultura. La forma del capello e la pelosità sembrano legati fra loro, infatti gli ulotrichi sono in genere poco pelosi (eccezion fatta per i Pigmei), i lissotrichi tendono a essere glabri, mentre è spiccata la pelosità fra i cimotrichi che a volte è fortissima (Ainu, Australiani); ciò non sembra però collegato con l'ambiente e il clima, anche se il capello corto e molto riccio può essere un vantaggio nei climi tropicali, dato che facilita il raffreddamento del cuoio capelluto. Pur non essendo ancora ben noto il meccanismo ereditario, si riscontra che negli incroci fra bianchi e neri il carattere ulotrico si comporta da dominante, mentre diventa recessivo nell'incrocio fra neri e alcune popolazioni xantoderma delle regioni subtropicali, quali i Malesi. La struttura e la forma dei peli sono un carattere ereditario costante e distintivo delle differenti popolazioni. Per esempio i peli delle popolazioni europee, indù e semitiche usualmente ondulati, possono assumere diversi colori, dal biondo chiaro al rosso al nero. I peli quasi sempre neri dei papuasi, dei melanesiani e degli africani hanno forma di spirale; quelli di cinesi, giapponesi e indiani d'America sono diritti, grossi, lunghi, perlopiù neri.

Botanica

I peli (o tricomi) delle piante hanno origine dal tessuto epidermico e possono essere uni- o pluricellular, vivi o morti; secondo la loro forma essi si distinguono in peli semplici, più o meno lunghi, e peli ramificati. Peli unicellulari si trovano soprattutto sulle gemme e sono caduchi; altrove essi si possono ramificare, assumendo aspetto raggiato; nei petali l'allungamento della cellula epiteliale è modesto e porta alla formazione di peli di forma conica, detti propriamente papille. Quando, pur avendo origine epidermica, i peli sono in rapporto con tessuti più profondi, essi possono dar luogo a organi più complessi (emergenze): in tal caso possono anche essere attraversati da fasci vascolari, come per esempio i tentacoli di varie specie carnivore. La funzione dei peli vegetali è assai varia: in generale si distinguono peli secretori, peli urticanti, peli radicali, peli protettivi, peli collettori, peli emostatici, ecc. Tra i tipi citati i peli secretori sono quelli in cui la cellula o le cellule terminali assumono funzione secernente. Spesso fra la parete delle cellule e la cuticola si accumulano sostanze eteree, in una specie di serbatoio che si svuota in seguito a urti o a variazioni di temperatura. I peli urticanti sono quelli che producono sostanze urticanti. Nelle piante del genere Urtica essi posseggono una struttura pluricellulare, costituita da una base di piccole cellule che inguainano una grossa cellula a forma di ampolla con la base rigonfia e prolungata in un lungo collo. La parte apicale di questa cellula è assottigliata e termina con un piccolo rigonfiamento. La parete è calcificata tranne la parte apicale, che è invece silicizzata. In caso di urto il rigonfiamento terminale si stacca e l'apice della cellula acuminato e tagliente può penetrare nell'epidermide provocando così l'iniezione della sostanza urticante. I peli radicali si sviluppano nella zona subapicale della radice (zona pilifera). Si tratta di singole cellule o più raramente di serie di due o tre cellule che si allungano perpendicolarmente alla superficie della radice, con pareti molto sottili che penetrano nel terreno e svolgono la funzione di assorbimento delle soluzioni acquose. La loro durata è molto ridotta, per cui essi vengono continuamente rinnovati man mano che la radice si allunga.

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