alopecìa
sf. [sec. XIV; dal greco alōpekía, da alṓpēx, volpe, perché la volpe è soggetta alla perdita del pelo]. In medicina, caduta diffusa, transitoria o permanente, dei capelli o dei peli. L'alopecia può essere congenita, spesso a carattere familiare ed ereditario, o acquisita in seguito a traumi, disindocrinie, intossicazioni, lue, ecc. Può essere provocata inoltre dalla somministrazione di alcuni farmaci, per esempio quelli ad azione citotossica utilizzati nelle terapie antitumorali, ed è in questi casi abitualmente temporanea, mentre le alopecie cicatriziali, dovute a traumi, ustioni ecc., sono di regola permanenti. La forma di alopecia più frequente è quella cosiddetta seborroica o precoce, consistente nella caduta progressiva dei capelli a evoluzione lenta localizzata, all'inizio, al vertice del capo (segno della tonsura) e alle tempie. La causa è da attribuirsi molto probabilmente all'azione degli ormoni androgeni.