nicotìnico
agg. (pl. m. -ci) [sec. XIX; da nicotina]. Acido nicotinico, composto organico, detto anche niacina, chimicamente derivato della piridina, contenuto in gran parte delle cellule animali e vegetali, nei lieviti e nei microrganismi. Negli animali superiori costituisce il precursore biologico della nicotinammide ed è pertanto da considerarsi un fattore vitaminico antipellagroso. L'acido nicotinico commerciale si ottiene generalmente per sintesi, mediante ossidazione della nicotina con acido nitrico concentrato. Oltre che per il carattere di vitamina, l'acido nicotinico viene diffusamente adoperato in medicina per i suoi effetti vasodilatatori, sfruttati per migliorare la circolazione sanguigna periferica, specialmente a livello del distretto cerebrale. A tale scopo, trovano impiego anche diversi derivati dell'acido nicotinico, tra cui il nicotinato d'alluminio e il nicotinato di xantinolo, i quali sono meglio tollerati ed esercitano un'azione vasodilatatrice più prolungata. La somministrazione ripetuta di acido nicotinico permette di abbassare i livelli ematici del colesterolo e dei trigliceridi; a ciò si collega la frequente utilizzazione di questa sostanza nelle turbe del metabolismo lipidico e nella profilassi dell'arteriosclerosi. L'acido nicotinico è stato anche adoperato in campo psichiatrico, negli stati allucinatori, nella schizofrenia e nella terapia dell'alcolismo cronico.