mano
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sf. (pl. le mani; al sing. è spesso troncato in man) [sec. XIII; latino manus -us].
1) Parte terminale degli arti superiori dei Primati, in particolare dell'uomo, nei quali ha funzione prensile; per estensione, gli analoghi segmenti degli arti anteriori dei Tetrapodi, in particolare dei Mammiferi: la mano destra; la mano del cuore, la sinistra; aprire, chiudere la mano; afferrare con la mano. Si usa in molte loc. fig. ed estens.: A) che fanno riferimento di volta in volta alla mano come organo che prende, stringe, regge, lavora, percuote, ecc.: toccare con mano, conoscere per esperienza diretta; dare, porgere, stringere la mano, per salutare, congratularsi, suggellare un accordo e simili; si possono dare la mano, di persone o cose molto simili; baciare la mano o le mani, in segno di ossequio; chiedere la mano di una donna, chiederla in sposa; stendere la mano, elemosinare; tendere la mano a qualcuno, offrirgli il proprio aiuto; battere le mani, applaudire; alzar le mani, in atto di resa o anche per picchiare; alzare, levare le mani al cielo, come gesto di invocazione; mani in alto!, intimazione di resa; giungere le mani; a mani giunte, in atto di preghiera; mettersi le mani nei capelli, in segno di disperazione; fregarsi le mani, come gesto di soddisfazione; mordersi le mani, per la rabbia o per pentimento; lavarsi le mani di qualche cosa, non volersene immischiare; sporcarsi le mani, fare un'azione disonesta, immischiarsi in affari poco puliti o in lavori umilianti; mettersi una mano sul cuore, sulla coscienza, per testimoniare la propria onestà, per assumere un atteggiamento più umano; mettere la mano sul fuoco per qualcuno, essere assolutamente sicuri delle sue qualità; mettere le mani avanti, garantirsi in qualche modo contro spiacevoli eventualità; stare con le mani in mano, oziare, non far nulla; non muovere una mano, non intervenire; dare una mano, aiutare; dare man forte, aiutare validamente; tener mano, essere complice, specialmente in azioni illecite; mettere le mani su qualcuno o su qualche cosa, riuscire a prenderli, a impossessarsene; mettere le mani addosso a uno, aggredirlo, picchiarlo; colpo di mano, assalto, intervento improvviso; avere, tenere a mano; a portata di mano; sotto mano, in un punto facilmente accessibile, a propria disposizione; fuori (di) mano, lontano, poco accessibile; dar di mano a qualche cosa, afferrarla; a mano, di cosa che si porta o si usa con le mani; fatto a mano, di lavoro o di oggetto eseguito con le mani; reggere la mano a qualcuno, guidarlo in un lavoro; porre, mettere mano a qualche cosa, iniziarla; avere le mani in pasta, essere addentro in una faccenda; avere qualche cosa per le mani, occuparsene, trattarla in quel momento; avere, dare, lasciare mano libera, avere, concedere libertà d'azione; avere le mani legate, non poter agire liberamente; avere le mani lunghe, essere molto potente negli intrighi; familiare, essere ladro; essere lesto di mano, avere tendenza a rubare; avere le mani bucate, spendere con estrema facilità; avere la mano pesante, essere molto severo; presentarsi a mani vuote, senza portare nulla; tornare a mani vuote, senza aver ottenuto nulla; restare a mani vuote, restare delusi, non ottenere ciò che si desiderava; far man bassa, portar via, rubare tutto; a man salva, senza pericolo; a piene mani, in grande quantità; venire alle mani, azzuffarsi; menar le mani, picchiare; sentirsi prudere le mani, avere voglia di picchiare; portare in palmo di mano, stimare molto, esaltare; leggere la mano, cercare di indovinare il carattere o l'avvenire di una persona osservando le linee del palmo della sua mano; di prima mano, ricevuto direttamente, non usato, non sfruttato da altri: notizie di prima mano; di seconda mano, di oggetto già usato o di qualità scadente, cultura di seconda mano, d'accatto; alla mano, di cosa pronta da usare, da esibire e simili: soldi, documenti alla mano; una persona alla mano, semplice, affabile; per mano di, per mezzo di, tramite; a mano a mano, man mano, via via che, successivamente, gradatamente, a poco a poco; a mano armata, con le armi in pugno; la buona mano, la mancia. In particolare, nel circo equestre, mano a mano, lavoro eseguito al tappeto fra un agile e un porteur. Per mano d'opera, vedi manodopera. B) Con riferimento alla mano come simbolo di forza, potere, potestà, balia: essere, mettersi, cadere nelle mani di o in mano a qualcuno, in suo potere; essere in buone mani, affidato a persona che dà fiducia; avere, tenere in mano la situazione, dominarla, controllarla; prendere la mano, detto del cavallo, non ubbidire più alle redini; di persona, non seguire più le direttive, la volontà di chi la guida; governare con mano ferma, con fermezza; calcare la mano, esagerare; essere la lunga mano di qualcuno, agire nascostamente per conto suo. In economia: mano invisibile, vedi invisibile. La mano è veicolo di trasmissione di poteri sacri, da cui i riti d'imposizione delle mani e la funzione delle mani in gesti di benedizione e maledizione. Il valore simbolico della mano è particolarmente evidente nella chiromanzia. Inoltre, in molte civiltà è riscontrabile una simbologia per cui una mano, più spesso la destra, è considerata particolarmente potente. C) Con riferimento alla mano come mezzo di lavoro, stile, tecnica: nell'opera si riconosce la mano del grande artista; far la mano a qualche cosa, impratichirsene; avere la mano a qualche cosa, esserne pratico; disegno a mano libera, senza l'aiuto di riga, squadra, ecc.; avere una bella mano, disegnare, dipingere bene; avere la mano leggera, essere delicato nell'eseguire qualche cosa; di mano di qualcuno, eseguito da lui.
2) Ognuno dei lati corrispondenti alle due mani: la casa si trova sulla mano sinistra. Nella circolazione stradale, una delle due direzioni in cui si devono muovere veicoli e pedoni: tenere la mano, la direzione prescritta dal codice stradale; andare contro mano, nella direzione vietata; cedere la mano, mettersi alla sinistra della persona con la quale si cammina, in senso di rispetto. In particolare, diritto di precedenza: la mano è mia. In molti giochi di carte, una delle fasi in cui si divide una partita; il termine può indicare l'insieme delle giocate corrispondenti sia a un sol giro di distribuzione sia a più giri di distribuzione delle carte fino a esaurimento del mazzo: fare l'ultima mano, effettuare l'ultima presa di una partita; essere primo di mano, effettuare la prima giocata.
3) Strato di colore che si stende su una superficie in una volta: dare una mano di bianco alle pareti; dare l'ultima mano a un lavoro, rifinirlo, portarlo a termine.
4) Non comune, piccolo gruppo di persone, manipolo: una mano di volonterosi.
5) Nell'industria tessile, la morbidezza o la sofficità di un determinato prodotto.
6) In diritto: A) notificazione in mani proprie, quando l'ufficiale giudiziario consegna l'atto da notificarsi personalmente al destinatario, ovunque lo trovi nell'ambito della circoscrizione territoriale a cui l'ufficiale stesso è addetto. Si ha la notificazione in mani proprie anche se il destinatario rifiuta di ricevere l'atto, purché di ciò si dia atto sulla relazione di notifica. B) A mano armata, circostanza aggravante della rapina, che consiste nell'usare la violenza o la minaccia adoperando armi; in caso di rapina a mano armata, la pena prevista va da quattro anni e sei mesi a venti anni.
7) In fisica: la regola della mano sinistra e la regola della mano destra sono due regole mnemoniche usate per ricordare, rispettivamente, la direzione e il verso della forza agente su una corrente elettrica i in un campo magnetico B e della forza elettromotrice indotta che si ha in un elemento di circuito dl mobile con velocità u in un campo magnetico B.
Anatomia
Nell'uomo la mano è costituita da una prima porzione, il polso, che segue all'avambraccio con il quale si articola; da una parte intermedia, quadrangolare, a forma di paletta, la cui superficie superiore è detta dorso e quella inferiore palma, che si presenta incavata centralmente (cavo della mano); da una parte distale, rappresentata dall'insieme delle dita. La cute del dorso della mano è sottile e ricca di peli, mentre quella della palma è più spessa, glabra e ricca di rilievi, di solchi e di pieghe più o meno profonde, nonché di piccolissime creste dermiche (dermatoglifi). L'impalcatura scheletrica della mano è costituita da ventisette ossa, suddivise in tre gruppi: il carpo, formato da otto piccole ossa brevi; il metacarpo, insieme di cinque ossa lunghe, dette metacarpali; e lo scheletro delle dita, formato da due segmenti ossei per il pollice e da tre per le altre quattro dita. La struttura scheletrica della mano comprende le cosiddette ossa sesamoidi, non più grandi di un grano di sesamo, che in numero variabile, e in genere non superiore a sette, si trovano in prossimità delle articolazioni. I muscoli, diciannove in tutto, assicurano la motilità della mano e delle dita; si impiantano sull'impalcatura scheletrica della mano e in parte sulle ossa dell'avambraccio e possono esser suddivisi in tre gruppi, collocati in tre diverse logge, l'esterna (comprendente l'eminenza tenare) in cui sono i muscoli per il pollice, l'interna (corrispondente all'eminenza ipotenare) comprendente i muscoli del mignolo, la mediana (con i muscoli lombricali e interossei palmari e dorsali, per le altre dita). I gruppi muscolari sono avvolti in fasce che provengono da una comune aponeurosi palmare. L'irrorazione sanguigna della mano è assicurata da ramificazioni delle arterie radiale e ulnare, che formano due arterie digitali; il sangue refluo è poi raccolto da due grossi vasi venosi che raggiungono le vene ulnari e radiali. La mano è sede del tatto per la presenza di terminazioni nervose sensitive nel palmo e soprattutto sui polpastrelli delle dita.
Antropologia
Nell'uomo la mano è strutturata in modo da poter eseguire la cosiddetta presa di precisione; capacità esclusiva del genere Homo, essa rappresenta il risultato finale di tutta una serie di differenziazioni che si accompagnano all'acquisizione della stazione eretta e all'aumento della complessità delle circonvoluzioni cerebrali. Pur mancando reperti fossili che rivelino le tappe evolutive attraverso le quali si è venuta perfezionando la mano dei primati, si può notare che nelle scimmie antropomorfe, le più prossime all'uomo, le estremità superiori sono conformate in modo da eseguire principalmente una funzione di presa piuttosto generica, chiamata “presa di forza”, realizzata grazie alla possibilità di chiudere il 2º, 3º, 4º e 5º dito intorno all'oggetto in modo da formare una sorta di gancio capace di sostenere tutto il peso del corpo durante la deambulazione arboricola. Questo tipo di presa, anche se accompagnato da un'accentuata mobilità delle singole dita, non richiede però una fine coordinazione neuromuscolare: infatti, la relativa sensibilità dei polpastrelli e il semplice “appoggio” del pollice consentono di scegliere cibi e oggetti, di valutarli e manipolarli ma non di fornire informazioni “indipendentemente” dalla vista, dall'olfatto o dal gusto, come invece avviene nell'uomo. Una relativa opponibilità del pollice compare nella “mano” del Proconsul africanus e nelle Ramapitecine, ma il primo esempio di opponibilità e uso di questo dito si deduce dai resti fossili delle Australopitecine per cui viene interpretato come una prova della capacità di utilizzare le mani in modo complesso e, forse, di costruire o quantomeno di utilizzare rudimentali arnesi, anche se appare ancora limitata in questi ominidi la complessità delle circonvoluzioni cerebrali deputate al coordinamento tattile. Lo sviluppo di tali aree si registra invece nell'Homo habilis, la cui mano è decisamente moderna, e si può considerare pressoché compiuto già nell'Homo erectus. La mano dell'uomo, in sostanza, assolve una complessa funzione non solo operativa ma anche di informazione nella relazione fra il corpo e il mondo esterno, unica in tutto il mondo animale. Tale sensibilità si realizza attraverso un fine coordinamento neuromuscolare di tutte le dita, dovuto allo sviluppo della fitta rete di terminali tattili delle superfici volari dei polpastrelli e alla completa e articolata opponibilità del pollice; tanto che le scelte, la manipolazione e le informazioni possono anche attuarsi come se fossero azioni “istintive”, tale è la rapidità decisionale dei centri cerebrali che si avvalgono del coordinamento a feedback della memoria.