manièra
Indice(ant. manèra), sf. [sec. XIII; dal francese ant. manière, dall'agg. manier, propr. che si fa con la mano].
1) Particolare modo di agire, di essere o di sembrare: maniera di lavorare; non stare seduto in quella maniera; ognuno è fatto alla sua maniera. Nelle loc.: in una certa maniera, fino a un certo punto; in ogni maniera, in tutte le maniere, in ogni modo, a ogni costo; in nessuna maniera, per nessuna ragione; fuori di maniera, fuor di misura, esagerato; alla maniera, alla maniera di, secondo lo stile, l'usanza, il costume di: alla maniera campagnola; alla maniera dei cantanti; di maniera che, di modo che, cosicché. In particolare, complemento di maniera, di modo; inoltre, modo di comportarsi, contegno: usare una maniera garbata; un ragazzo di buone maniere; senza determinazione, buona creanza, garbo, tatto: un po' di maniere, per favore!; non aver maniere, essere maleducato; in senso iron., con tono di rimprovero, di sdegno: che maniere!
2) Tecnica, stile caratteristico di un artista, di una scuola, di un'epoca: la maniera giottesca; la maniera del verismo italiano; maniera nera, procedimento di incisione calcografica, detta anche mezza tinta o mezzotinto; anche la stampa che se ne ottiene. In particolare, la corrente pittorica del manierismo e il suo stile; quadro, scultura di maniera, eseguiti secondo un bello ideale, convenzionali, accademici e non frutto di autentica ispirazione. Per estensione, ricercatezza, affettazione: scrittore di maniera, di scarsa originalità. § La tecnica maniera nera utilizza lastre di rame o bronzo lavorate con utensili a mezzaluna dentata (inglese, rocker; francese, berceau), ovvero rullo dentato o carta smeriglio; passati sulla lastra con movimenti regolarmente orientati in diverse direzioni, a pressione costante, imprimono alla sua superficie una granitura fine e uniforme che, trattenendo l'inchiostro, corrisponde nella stampa al nero pieno. Le tonalità più chiare sono ottenute riducendo più o meno decisamente “barbe” e segni incisi, fino alla perfetta politura, con brunitoi e raschietti, delle zone corrispondenti ai bianchi. Tecnica ideata da L. Siegen nel 1642, ebbe larga diffusione massimamente tra gli artisti inglesi del sec. XVII (W. Ward, T. Warson, J. Reynolds) e nel sec. XIX, sia nella stampa di traduzione sia in quella originale. La facile deperibilità della lastra, che il passaggio nel torchio altera sensibilmente, è tra i motivi di decadenza di questa tecnica, peraltro assai efficace e d'effetto.
3) Qualità, foggia, forma: abiti di tutte le maniere.