raschiétto

sm. [sec. XIX; da raschiare]. Arnese usato per raschiare la superficie di un corpo. In particolare: A) piccolo arnese, formato da una lama fissata a un manico, che serve per raschiare dalla carta lettere o macchie d'inchiostro. B) Negli edifici, in campagna o in montagna, lama fissata verticalmente nel suolo, esternamente in prossimità della porta d'ingresso, usata per la pulitura delle suole delle scarpe dalla neve o dal fango. C) Attrezzo, sostanzialmente costituito da una lama, utilizzato generalmente in lavori di livellatura e di pulitura di superfici. È detto anche raschiatoio e se di piccole dimensioni raschino. Il raschietto ha forme diverse secondo il tipo di lavorazione cui è destinato: il raschietto del tappezziere ha lama di forma trapezoidale e serve a staccare dalla superficie di un muro rivestimenti in carta o stoffa; il raschietto del muratore ha lama rettangolare con un bordo dentellato e serve per livellare un rinzaffo, stendere stucco per muri, turare a gesso piccole cavità, ecc.; il raschietto del falegname ha lama di forma varia: se stretta e lunga è utilizzato per praticare o allargare fori, rifinire scanalature, ecc.; se larga e sottile serve alla levigatura di superfici piane, in particolar modo pavimenti di legno; il raschietto del finitore consiste in una barretta di acciaio a spigoli taglienti e viene usato per rifinire superfici metalliche o per operazioni di aggiustaggio. Numerosi altri tipi di raschietto con lama di forma, sezione, spessore diversi sono utilizzati in carpenteria, dai formatori, in legatoria, e da incisori, bottai, orefici, orologiai, sellai, idraulici, ecc. per operazioni varie di aggiustaggio, finitura, politura, levigatura, pulizia, ecc. di superfici, bordi, fori, ecc.

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