Lessico

(anticamente tòrcolo), sm. [sec. XVI; latino torcŭlum, da torquēre, torcere]. Macchina impiegata per esercitare pressioni relativamente piccole su punzoni, stampi ecc. e per provocare la fuoruscita di liquidi contenuti in materiali diversi; torchio per la spremitura dell'uva, delle olive; torchio tipografico; essere sotto torchio, di scritto in corso di stampa; fig., di persona sottoposta a un lavoro pesante o a un interrogatorio serrato. In particolare, torchio idraulico, o pressa idraulica, quello costituito essenzialmente da due stantuffi con sezioni molto diverse scorrevoli entro due tubi tra loro comunicanti e riempiti con un fluido, generalmente olio o acqua. Se il sistema si trova inizialmente in equilibrio e si esercita una forza supplementare F₁ sullo stantuffo con sezione minore, la pressione esercitata sul liquido subirà un aumento pari a F₁/S₁ dove S₁ è la sezione dello stantuffo più piccolo, e per conservare l'equilibrio, in base al principio di Pascal, bisogna applicare allo stantuffo con la sezione maggiore, S₂, una forza maggiore di F₁ e pari a .

Tecnica: generalità e tipologia

Il torchio è una macchina assai antica, in origine usata per spremere olive, uva e altri prodotti alimentari, poi adoperata quale pressa leggera: i primi torchi, in legno, erano del tipo a leva infulcrata per un estremo mentre all'altro veniva applicato un peso. Successivamente fu introdotto il torchio a vite costituito da un'incastellatura che sorreggeva un piano mobile, spinto nel centro da una grossa vite accoppiata superiormente alla traversa dell'incastellatura: la pressione veniva esercitata direttamente sul materiale oppure su di un secondo piano fisso ai montanti dell'incastellatura. Il torchio meccanico a vite è sostanzialmente simile a quelli antichi, ma con incastellatura metallica, e può essere azionato a mano o a motore (bilanciere); per esercitare una pressione controllata e graduale, il torchio meccanico viene dotato di uno o due volani posti lateralmente, oppure di un pistone mosso da acqua od olio (torchio idraulico, torchio oleodinamico). I torchi sono usati soprattutto nella tecnica alimentare, in particolare per la torchiatura delle olive (pressatrice) e dell'uva o delle vinacce; questi ultimi possono essere anche del tipo a vite elicoidale (torchio continuo) inserita in un contenitore cilindrico: la vite fa avanzare il materiale verso la piastra di fondo, forata, spremendolo. Torchi analoghi sono utilizzati per la trafilatura della pasta e per la triturazione delle carni; i torchi a volano e quelli idro- e oleodinamici trovano impiego artigianale.

Tecnica: torchio tipografico

Macchina ideata da J. Gutenberg, probabilmente tra il 1440 e il 1450, derivandola dai torchi allora usati per pigiare l'uva. Su di un'incastellatura di legno scorreva un piano spinto da una leva a vite che faceva pressione su di un secondo piano fisso: su questo veniva posta la forma di stampa che, inchiostrata, lasciava impressi i caratteri della composizione a mano, precedentemente preparata, su di un foglio su di essa steso. Tale macchina, perfezionata a più riprese, restò in uso fino all'introduzione del torchio tipografico in ferro (1800) a opera di C. M. Stanhope che fu ancora adoperato quale tirabozze anche dopo l'introduzione (1810) delle macchine da stampa pianocilindriche azionate a vapore. Torchi manuali o a motore vengono ancora usati per stampe particolari, per esempio di copertine.

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