màndorla

(dial. màndola), sf. [sec. XIV; latino tardo amandŭla, dal greco amygdálē].

1) Il frutto del mandorlo; comunemente, il seme del frutto del mandorlo. Le mandorle vengono consumate sia fresche, al naturale, sia secche, salate o dolci. Sono usate nella preparazione di vari tipi di dolci (confetti, torroni, torte, budini; vedi anche mandorlato) e come ornamento di dolciumi. Con le mandorle si prepara anche il latte di mandorla, densa e profumata bevanda ottenuta riducendo le mandorle in pasta e poi diluendo questa con acqua naturale.

2) Con riferimento alla forma del frutto è usata la loc. a mandorla; occhi a mandorla, allungati verso l'esterno; lima a mandorla, a sezione romboidale; treccia a mandorla, lavoro a maglia con tramatura o disegno a forma di mandorla.

3) Per estensione, in arte, tipo di aureola di derivazione orientale, composta di due archi di cerchio intersecantisi in alto e in basso, che circonda l'intera persona di Cristo o della Vergine come simbolo di apoteosi e di gloria in figurazioni scolpite o dipinte. Presente in sarcofagi paleocristiani (attorno all'immagine del Buon Pastore), in mosaici absidali, nei timpani di chiese romaniche e gotiche come attributo di Cristo in gloria, di Cristo giudice, della Maiestas Domini, di Maria Assunta, la mandorla fu trattata variamente in pittura (talvolta raggiata, talvolta, dal sec. XIV, formata di ali d'angeli), mentre in scultura mantenne l'originaria forma ogivale divenendo anche un elemento decorativo, tipico del gotico, posto sopra porte, finestre, nicchie, ecc.; celebre la Porta della Mandorla del duomo di Firenze con la raffigurazione dell'Assunta. § La mandorla è stata assunta a simbolo sessuale femminile e pertanto considerata, anche nelle credenze folcloristiche, apportatrice di fecondità. La mandorla è in relazione con particolari divinità antiche: per esempio nel mito di Attis, la madre Nana concepisce il dio mettendosi in seno una mandorla; nella mitologia greca, la mandorla è il simbolo di Era.