crine

(meno comune crino), sm. (f. pl. ant. crina) [sec. XIII; latino crīnis].

1) Materiale costituito dal pelo della coda e della criniera dei cavalli e dei cammelli; può essere ricavato anche dal pelo di castoro, di coniglio, di lepre e di tasso. Ha forma di cilindro dal diametro di 80-400 micron, costituito essenzialmente di cheratina, come la lana, e ricoperto di squame sovrapposte. Viene impiegato per la produzione di feltri, pennelli, spazzole.

2) Crine vegetale, fibra ricavata dai rami e dai fusti filiformi della Tillandsia usneoides, pianta parassita epifita delle regioni calde d'America, e dalle foglie di diverse palme come la Chamaerops humilis (Palma di S. Pietro), presente anche in Sicilia. Si adopera come materiale di imbottitura, di imballaggio e per materassi. Per usi analoghi servono anche alcune erbacee marine disseccate, come Zostera marina, detta crine vegetale marino, e Posidonia oceanica, entrambe frequenti lungo le coste.

3) Lett., capello; capigliatura, chioma: “ornare ella si appresta / dimani, al dì di festa, il petto e il crine” (Leopardi). Per estensione, ramo, chioma di un albero; raggio luminoso di una stella e simili: “Spiega quivi il cipresso all'aura i crini” (Tasso).