istigazióne

sf. [sec. XIV; da istigare]. Atto ed effetto dell'istigare. § In diritto, denominazione comune a diversi reati: istigazione di militari, reato commesso da chi istiga i militari a disobbedire alle leggi, a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare; istigazione a delinquere, reato di chi incita pubblicamente a commettere reati o a disobbedire alle leggi; istigazione alla prostituzione, reato di chi induce alla prostituzione una persona di età minore o in stato di infermità o deficienza psichica; istigazione al suicidio, reato di chi convince una persona al suicidio o ne rafforza il proposito oppure ne agevola l'esecuzione. La pena è aumentata se il suicidio avviene o se il reato è commesso ai danni di un minore o di un incapace; istigazione alla corruzione, reato consistente nell'offrire o promettere danaro a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio per indurlo a compiere un atto del suo ufficio (art. 322 c.p.). § In etologia, comportamento tipico delle femmine di alcune specie di anatre e volto ad aizzare il maschio contro altri individui. Nel comportamento di istigazione, la posizione della femmina del germano reale è caratteristica, con il capo rivolto lateralmente rispetto al corpo e non direttamente verso l'anatra contro cui istiga il maschio. Questa posizione si ritiene evoluta per ritualizzazione da una posizione di conflitto fra attacco e fuga quale appare in altre anatre, per esempio nella volpoca, in cui la femmina alterna aggressioni dirette contro l'individuo minacciato a fughe verso il suo maschio, ma rivolge sempre il capo verso l'oggetto della minaccia.

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